Tfr in busta paga: ecco in quanti hanno aderito

A 5 mesi dall’entrata in vigore della norma sull’anticipo del Tfr in busta paga introdotta nella Legge di Stabilità 2015, è tempo dei primi bilanci.

POCA ADESIONE – La norma, in vigore dallo scorso 3 aprile, prevedeva sul Tfr una imposizione ordinaria che dai lavoratori è stata considerata troppo penalizzante e proprio per questo motivo, su un campione di 1 milione di lavoratori, solo lo 0,83% ha scelto di vedersi liquidare il Tfr in busta paga anziché a fine rapporto di lavoro. Soltanto 4820 lavoratori hanno, quindi, scelto di ricevere il Tfr anticipato, mentre nei primi 8 mesi del 2015 sono salite le richieste dell’anticipo del Tfr già maturato.

LA CONVENIENZA – Cosa ha frenato i lavoratori dal richiedere il Tfr in busta paga? Innanzitutto la tassazione ordinaria cui l’anticipo sarebbe stato soggetto: se le somme del Tfr sono lasciate, invece, al loro posto la tassazione applicata sarà quella separata. L’anticipo del Tfr in busta paga sarebbe convenuto a lavoratori con un reddito fino a 15mila euro mentre sopra a questa soglia avrebbe comportato un aumento delle tasse non indifferente.

DA ADOVE ARRIVANO – Quali sono i lavoratori che hanno deciso di aderire alla novità del Tfr in busta paga? Il 75% delle adesioni sono giunte dal Centro Nord e solo il 25% dal Sud. Ma vediamo quali sono stati i settori lavorativi a voler approfittare dell’opportunità: il 43% di chi ha richiesto l’anticipo è nel settore del commercio, del turismo e del terziario; il 18% nell’industria; il 9% piccola industria; il 12% all’artigianato; il 18% appartiene ad altre categorie.

QUANDO RICHIEDERE IL TFR – Da quello che emerge da questo studio, quindi, i lavoratori hanno preferito richiedere una parte del Tfr accantonato in azienda o presso i fondi pensione piuttosto che richiedere la liquidazione del Tfr futuro in busta paga. La richiesta del Tfr già accantonato per legge può essere richiesta soltanto in alcune particolari circostanze: acquisto abitazione per sé, acquisto abitazione per figli, spese mediche, ristrutturazioni. Anche se in questi casi l’anticipo del Tfr è dovuto il datore di lavoro può decidere di anticipare la liquidazione anche per richieste differenti poiché la legge consente di trovare un accordo al riguardo che permette di superare i vincoli.

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