Tobin tax, come soddisfare (parzialmente) il fisco e allontanare gli investitori da Piazza Affari

DOMANDA. Da quando c’è la Tobin tax ho spostato molti investimenti su altri mercati. Potreste dirmi quanto ha incassato lo Stato? Credo molto meno del previsto visto che ha perso tanti investitori come me.
M.R., Monza

RISPOSTA. Il gettito della Tobin tax italiana, vale a dire la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta dalla legge n. 228/2012, è stato in effetti molto inferiore alle attese nel 2013 registrando introiti per circa 661 milioni contro gli 864 iscritti nelle previsioni. Il 2014, poi, ha visto 401 milioni di incasso. I critici fanno appunto notare che si tratta di cifre non risolutive per il fisco e che allontanano gli investitori dalla Borsa di Milano. Un'applicazione equa dell'imposta dovrebbe prevedere la sua presenza in tutte le piazze finanziarie mondiali. A quel punto non ci sarebbero convenienze nello spostare i capitali. L'aliquota, conseguentemente, potrebbe essere talmente bassa da non gravare sui conti degli intermediari e dei loro clienti. La base imponibile, infatti, sarebbe enorme consentendo un introito fiscale adeguato. Inoltre, sarebbero penalizzate le micro-operazioni della durata di pochi secondi, che tanti rischi stanno portando all'intero sistema finanziario mondiale palesandosi nei “flash-crash”, repentini crolli seguiti da altrettanto repentini recuperi. E’ vero che mancherebbe una gran parte di base imponibile per la tobin tax ma si stabilizzerebbero i mercati. Risultato che sarebbe assai più importante di qualunque incasso per le autorità fiscali.

Sportello Credito, Risparmio & Assicurazioni è una rubrica riservata alle domande dei lettori in materia di investimenti finanziari, servizi bancari e assicurativi. Le domande vanno inoltrate al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]
 

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