Come avere un conto corrente a prova di bail-in

Come ormai si sa, in caso di salvataggio della banca a risponderne in primis saranno gli azionisti e poi gli obbligazionisti e i correntisti con depositi superiori a 100mila euro, in virtù del principio di Bail-in, in applicazione dei decreti legislativi 180 e 181 del 16 novembre 2015, che recepiscono la direttiva europea sulla gestione delle crisi bancarie.

Per non rischiare la confisca del proprio conto corrente o la perdita di valore degli attivi finanziari in caso di una nuova crisi del sistema finanziario, il consiglio è di tenere nel conto corrente bancario solo la quota minima assicurata e, in caso di risparmi superiori a tale cifra, distribuirli in banche diverse ma sempre di fiducia. In caso di fallimento della banca, infatti, in caso di conti correnti con importi superiori ai 100.000 euro, tutto ciò che supera tale cifra andrà perduto. Un’altra possibilità è di comprare asset fisici reali, come argento e lingotti d’oro.

Ricordiamo che il Bail-in prevede che in prima battuta l’istituto in crisi utilizzi il proprio capitale e la Banca d’Italia si adoperi per reperire le risorse necessarie, dopo di che scatta l’intervento dei privati e solo al termine di queste operazioni può intervenire anche il capitale pubblico, attraverso un apposito fondo istituito a livello nazionale (finanziato dal sistema bancario) e il fondo europeo SRF (Single Resolution Fund). La procedura salvaguarda i piccoli risparmi ed i contenuti di cassette di sicurezza e deposito titoli.

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