Fisco, come scovare chi evade all’estero

Grazie agli accordi degli ultimi mesi il Fisco italiano potrà scovare chi evade all’estero con maggiore efficacia.

ACCORDO CON LE CAYMAN – Per esempio, scrive Il Sole 24 Ore, il via libera definitivo del Senato alla ratifica dell'accordo con il governo delle Isole Cayman prevede che i due Paesi si prestino “assistenza tramite lo scambio di informazioni presumibilmente rilevanti” rispetto al pagamento delle imposte, il recupero e l'esecuzione dei crediti o le indagini per procedimenti relativi a questioni fiscali. Informazioni che “saranno considerate riservate”. Tuttavia “una parte interpellata non ha l'obbligo di fornire informazioni che non siano detenute dalle sue autorità o non siano in possesso o sotto il controllo di persone entro la sua giurisdizione territoriale”. Le imposte italiane oggetto dell'accordo sono quelle sul reddito delle persone fisiche (Irpef), delle società (Ires), quella regionale sulle attività produttive (Irap), sul valore aggiunto (Iva), sulle successioni, sulle donazioni e le sostitutive. Nelle Isole Cayman ogni imposta «di natura sostanzialmente analoga”.

ACCORDO CON HONG KONG – L’accordo con Hong Kong riguarda per l’Italia l’Irpef, Ires e Irap. Mentre per la controparte asiatica l'imposta sugli utili, su salari e su proprietà. L'accordo si applicherà anche alle imposte future “di natura identica o sostanzialmente analoga”. L'accordo sarà efficace per quanto riguarda l'Italia per “ogni persona che, in virtù della legislazione italiana, è ivi assoggettata a imposta a motivo del suo domicilio, della sua residenza, della sede della sua direzione o di ogni altro criterio di natura analoga” ma “non comprende le persone che sono assoggettate a imposta in Italia soltanto per il reddito che esse ricavano da fonti situate in Italia”. Per quanto riguarda la Regione amministrativa speciale di Hong Kong “ogni persona che risiede abitualmente” sul suo territorio o che soggiorna lì “per un periodo superiore a 180 giorni durante un esercizio fiscale o per un periodo superiore a 300 giorni in due esercizi fiscali consecutivi» uno dei quali sia “quello rilevante”. Sottoposta anche ogni società lì costituita ai sensi della locale legislazione o se costituita fuori «che sia normalmente diretta o controllata” a Hong Kong, idem ogni altra persona ivi “diretta o controllata”.

ACCORDO CON FATCA – La ratifica dell'accordo Fatca (Foreign account tax compliance act) con gli Stati Uniti punta ad assicurare reciprocità nello scambio di informazioni finanziaria tra Italia e Usa. Le previsioni contenute nel Fatca richiedono a ciascun intermediario finanziario estero (Foreign financial institution- Ffi) di sottoscrivere un accordo (Ffi Agreement) con l'Internal revenue service statunitense (Irs, il corrispondente della nostra agenzia delle Entrate), nel quale l'intermediario si impegna «sia a identificare la propria clientela in base a classificazioni normative degli Usa e secondo stringenti procedure di adeguata verifica ai fini fiscali (due diligence)» che «a comunicare all'Irs informazioni sul titolare statunitense del conto (persone fisiche cittadine degli Usa o residenti negli Usa, persone giuridiche statunitensi, nonché soci statunitensi, che detengono partecipazioni qualificate in società non statunitensi) e sul conto stesso» (si tratta, ad esempio, di dati anagrafici e codice fiscale Usa del titolare del conto, estremi del conto, saldo del conto, prelievi e versamenti sul conto).

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