Tasi, quella beffa dei bollettini che non arrivano

Per le semplificazioni sulle tasse della casa e la local tax bisognerà aspettare il 2016. Per quest’anno, i contribuenti dovranno ancora fare i conti con il temutissimo binomio Imu-Tasi. I due balzelli, rispetto all’anno scorso, sono sostanzialmente immutati. Per cui in teoria, la prima scadenza in programma il 16 giugno dovrebbe fare meno paura. Eppure c’è il rischio di nuove complicazioni.  

IL BOLLETTINO A CASA – Come spiega il sito de La Stampa, tutto ruota attorno ai bollettini precompilati della Tasi che i Comuni dovrebbero inviare a casa dei cittadini. Dopo una lunga querelle legislativa, è stato raggiunto un compromesso: se un contribuente chiederà al proprio Comune di ricevere a casa il bollettino della Tasi, l’amministrazione è tenuta a rispettare la richiesta. Ma, a poco più di un mese dalla prima scadenza, la maggior parte dei municipi non è ancora attrezzata per soddisfare questa esigenza.  

LE MODIFICHE – Il giallo del bollettini precompilati nasce con la legge di Stabilità approvata dal governo Letta. Nel testo si legge che dal 2015 è previsto “l’invio di modelli di pagamento preventivamente compilati da parte degli enti impositori”. La norma, però, rimanda a un successivo decreto ministeriale. Dopo una lunga serie di modifiche si arriva alle legge 89 del 2014 che impone ai Comuni “la massima semplificazione degli adempimenti dei contribuenti” rendendo così “disponibili i modelli di pagamento preventivamente compilati su loro richiesta, ovvero procedendo autonomamente all’invio degli stessi modelli”.

LA RICHIESTA DEI CITTADINI – Questo significa che le amministrazioni non sono obbligate a mandare i bollettini a casa se non ne fa richiesta il cittadino. Facendo forse affidamento sul fatto che negli anni scorsi i cittadini si sono fatti i calcoli da soli, la maggior parte dei Comuni non si è ancora attrezzata. Anche perché si è ancora in attesa del decreto enti locali che dovrà, tra le altre cose, ricostituire il fondo per compensare i Comuni penalizzati nel gettito dal passaggio dall’Imu alla Tasi. Ma se i cittadini dovessero in massa fare richiesta del bollettino è facile immaginare cosa accadrà. Lunghe code ai Caf, ritardi e rischio di non essere in grado di pagare in tempo. L’acconto della Tasi (ma anche quello dell’Imu) scade il 16 giugno. È verosimile che nella stragrande maggioranza dei casi il primo versamento andrà calcolato con le aliquote del 2014. L’eventuale conguaglio, previsto con la seconda e ultima rata del 16 dicembre (quest’anno non ci sarà l’appuntamento di ottobre) andrà fatto con le nuove aliquote.

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