Ho un contratto a tutele crescenti, posso chiedere un mutuo?

Contratto a tutele crescenti vs. vecchio contratto a tempo indeterminato. A due mesi dall’entrata in vigore del Jobs Act ci si inizia a chiedere se i nuovi contratti creeranno problemi ai giovani in termini di accesso al credito. Una coppia assunta con le nuove formule a tutele crescenti potrà liberamente scegliere un mutuo tra quelli presenti sul mercato, magari servendosi del comparatore online SuperMoney per trovare la soluzione più vantaggiosa, e poi vederselo concesso senza difficoltà?

L’ANALISI DI SUPERMONEY – Per trovare risposta a questa domanda l’Osservatorio SuperMoney ha interpellato direttamente cinque istituti di credito (Banca Sella, CheBanca!, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo e UniCredit). Così facendo si è tentato anche di sopperire alla mancanza di dati ufficiali sulla questione, impossibili da reperire in questo preciso momento. Il Jobs Act è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 marzo e i nuovi assunti con un contratto a tutele crescenti hanno a malapena superato il periodo di prova, pertanto la domanda di mutui generata dal target in questione è ad oggi quasi nulla.

NESSUNA DISCRIMINAZIONE – Tutte le banche interpellate hanno dichiarato di non applicare politiche restrittive o discriminatorie nei confronti di chi è assunto con un contratto a tutele crescenti. L’unico vincolo per la concessione di un mutuo è, ovviamente, la reale capacità del richiedente di soddisfare i criteri di affidabilità creditizia adottati dall’istituto di credito.

LA SIMULAZIONE – Alle banche è stato chiesto di fornire una simulazione del mutuo che proporrebbero ad un giovane under 30 assunto con un contratto a tutele crescenti ed una Retribuzione Annua Lorda di 25.000 euro. Il valore dell’immobile che si andrà ad acquistare con il finanziamento è di 200.000 euro.

Ecco i risultati per quanto riguarda i finanziamenti a tasso variabile:

E quelli per i mutui a tasso fisso:

CONCLUSIONI – Tutti gli istituti di credito hanno dunque sottolineato che non esiste una differenza di trattamento tra assunti con le nuove formule previste dal Jobs Act e chi invece ha un vecchio contratto a tempo indeterminato. Solo in un caso è stata richiesta la firma di un garante, mentre le politiche sull’ipoteca sono le stesse previste nei regolari contratti di mutuo, che solitamente consistono nell’iscrizione ipotecaria pari al 150% del finanziamento erogato.

L’IMPEGNO DI ABI E GOVERNO – Sia il Premier Renzi che l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) hanno confermato il proprio impegno a far sì che i nuovi assunti con contratti a tutele crescenti no vengano discriminati in alcun modo per quanto riguarda l’accesso al credito. L’Osservatorio SuperMoney tornerà senz’altro sull’argomento nei prossimi mesi per monitorare l’evoluzione del mercato dei mutui e per verificare che le promesse di banche e Governo trovino riscontro nella realtà.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!