Prestito vitalizio, 6 cose da sapere

Si chiama prestito vitalizio ipotecario, in sostanza non è altro che un mutuo alla rovescia: cioè la possibilità di ricevere un finanziamento da parte delle banche o di altri intermediari finanziari mettendo un’ipoteca sulla propria abitazione. La normativa, approvata in via definitiva il mese scorso, è riservata ai proprietari over 60. Entrerà in vigore a partire dal prossimo 6 maggio e, scrive l’HuffPost Italia, può diventare un preziosissimo canale di accesso al credito per chi, come le persone anziane, spesso può trovarsi di fronte alla necessità di ottenere liquidità.

1. Chi può usufruirne
La normativa è rivolta a tutti i proprietari di casa che abbiano compiuto 60 anni. Le regole precedenti avevano fissato il limite di età a 65 anni.

2. I vantaggi
Il prestito ipotecario consente di convertire una parte del valore del proprio immobile in un finanziamento, mantenendone comunque la proprietà. Agli eredi viene poi concessa la possibilità di recuperare l’immobile dato in garanza.

3. Il rimborso
Il prestito potrà essere rimborsato direttamente dal suo beneficiario, oppure spetterà ai suoi eredi che potranno decidere se estinguere il debito a proprie spese, vendere l’immobile ipotecato con o senza l’intermediazione della banca finanziatrice.

4. Il pagamento in un'unica soluzione
La normativa prevede tre casi di rimborsi obbligatori in un’unica soluzione, qualora il beneficiario del finanziamento non abbia concordato una modalità di rimborso graduale. In caso di morte del beneficiario, se la proprietà viene trasferita ad altri soggetti o se vengono effettuati lavori tali da ridurre sensibilmente il valore dell’immobile. Se entro dodici mesi il prestito non viene rimborsato la banca o l’ente finanziatore può vendere l’immobile e usare il ricavato per estinguere il credito.

5. Le tasse
Il beneficiario del prestito dovrà continuare a pagare le imposte patrimoniali relative all’abitazione, cioè Imu e Tasi, oltre alla tassa sul consumo dei rifiuti, dal momento che egli resta il proprietario dell’immobile. Viene inoltre applicata un’aliquota sostitutiva del 0,25% sull’ammontare complessivo dei finanziamenti, che accorpa imposte di bollo, imposte di registro, ipotecarie, catastali e tasse di concessioni governative.

6. Un esempio
Un uomo di 65 anni proprietario di un'abitazione del valore di 200 mila euro potrebbe chiedere un finanziamento pari al 20% del valore dell’immobile: 40 mila euro. Immaginando un tasso del 5%, il beneficiario può decidere di versare gli interessi annualmente, quindi 2000 euro, oppure insieme al rimborso della somma finanziata. In questo caso, visto che gli interessi sono capitalizzati annualmente, la cifra da pagare sarà superiore rispetto a quanto si pagherebbe saldando ogni anno soltanto gli interessi.

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