Le banche stanno applicando sui mutui a tasso fisso degli spread più bassi, anche di 60 punti base (0,6%) rispetto agli spread applicati sui mutui a tasso variabile.
QUESTIONI DI SPREAD – Si tratta di un primato assoluto dai tempi dell’introduzione dell’euro, dato che solitamente lo spread sul mutuo a tasso fisso costa un po’ di più (10-15 punti base) rispetto a un variabile di pari durata perché il mutuo a tasso fisso è tecnicamente più rischioso per le banche come prodotto.
LE RAGIONI – Come mai? Le risposte sono due: 1) hanno paura, proponendo un fisso più caro, di veder scappare i mutuatari fra qualche anno attraverso il meccanismo delle surroghe; 2) evidentemente non ritengono che nei prossimi anni i tassi saliranno di molto e con questi l’inflazione (che a quel punto renderebbe molto conveniente il fisso per il debitore ma meno per la banca).