Conti correnti, la gestione resta troppo salata

Lo stop a qualsiasi tipo di spesa e di onere per la portabilità dei conti correnti è stato accolto accolto favorevolmente dalle associazioni dei consumatori.  Ma non è tutto oro ciò che luccica.

ITALIA TROPPO CARA – Non a caso è da decenni che le stesse associazioni come Adusbef e Federconsumatori denunciano gli alti costi bancari per i conto correnti, contro i “continui balzelli aggiuntivi, spese e commissioni applicate per appesantire i salati costi di gestione. Tanto che dall’ultimo monitoraggio che le due associazioni hanno pubblicato a dicembre 2014, emerge che il costo medio di gestione di un conto corrente con “profilo a bassa operatività” (così come emerge dall’Indicatore sintetico di costo (Isc) che ogni banca è obbligata a indicare nel riassunto annuale dell’estratto conto) si attestava a 321 euro, contro una media europea di 114 euro.

CAMBIARE CONTO CORRENTE – Eppure la norma licenziata dal consiglio dei ministri rischia di essere inefficace. Questo perché il successo di questa norma che rende più efficace la portabilità dei conti non dipenderà solamente dalle banche, ma anche dagli stessi consumatori che, fino ad oggi, sono sempre stati refrattari a cambiare conto corrente. Basti pensare che – riporta Il Sole 24 Ore – nell’ultimo anno soltanto l’8% dei correntisti ha scelto di tradire il proprio istituto nel nome del risparmio. Così, se gli italiani hanno imparato a cambiare gestore, muovendosi benissimo tra le varie offerte di telefonia mobile o delle utenze domestiche, quando si tratta di conti correnti non c’è ragione che si abbandona la propria banca per passare a un’altra più economica.

I RISPARMI DEL CAMBIAMENTO – Chiaro il motivo che blocca il passaggio, spiega Il Fatto Quotidiano: l’impegno per l’utente che, per esempio, deve comunicare le nuove coordinate bancarie nel caso sul conto corrente ci sia l’addebito delle bollette, dello stipendio e delle rate del finanziamento. Tuttavia, i benefici economici nel cambiare il conto corrente, soprattutto ora che non ci sono più le spese di portabilità, sono evidenti: si potrebbero risparmiare anche fino a 150 euro all’anno.

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