Tasi più cara per chi ha un figlio in famiglia

In un comune capoluogo su due la Tasi sarà più cara dell'Imu nel caso in cui i proprietari di prima casa abbiano un figlio convivente. Lo sottolinea l'ufficio studi della Cgia di Mestre che ha analizzato le delibere di 97 Comuni capoluogo di Provincia che hanno deliberato l'aliquota Tasi per l'anno in corso. Entro il 18 settembre infatti dovevano essere pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze le delibere relative alla Tasi: è possibile fare un primo bilancio. Per i nuclei senza figli, invece, la situazione migliora: in due Comuni capoluogo su tre il nuovo tributo sulla prima casa sarà più leggero della vecchia Imu. I calcoli sono stati effettuati sulla base della rendita catastale media di ciascun Ente locale.  Si è considerata una abitazione di tipo civile (sono tra quelle più diffuse, corrispondenti alla categoria catastale A2). Le aliquote e le detrazioni sono state estrapolate dalle delibere comunali pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze.  

Proprietari di prima casa con un figlio
convivente: in un caso su 2 si pagherà di più. I proprietari più penalizzati saranno quelli di Vercelli: rispetto al 2012, quando sulla prima casa si pagava l'Imu, subiranno un aggravio di 198 euro. I rincari risultano essere altrettanto pesanti a Isernia (+177 euro), a Mantova (+170 euro), a Prato (+167 euro) e Bari (+ 162 euro). I Comuni dove con la Tasi si registreranno i maggiori risparmi sono Roma (-269 euro), Brindisi (- 310 euro), Torino (-312 euro) e Siena (- 349 euro).

Proprietari di prima casa senza figli
Rispetto alla situazione precedente, la graduatoria rimane pressoché uguale, mentre sia i vantaggi sia gli svantaggi economici si riducono. Gli aggravi maggiori saranno sempre in capo ai proprietari di Vercelli (+148 euro), di Isernia (+127 euro), e di Mantova (+127 euro).
Le riduzioni più marcate interesseranno, come nella graduatoria precedente, le famiglie di Torino (- 332 euro), di Brindisi (- 360 euro) e di Siena (-374 euro). La CGIA precisa che nella rilevazione eseguita la settimana scorsa, il Comune di Verbania, a seguito di un refuso statistico, risultava aver subito l'incremento più consistente.

In realtà non è così. Una famiglia senza figli pagherà quest'anno 15 euro in meno rispetto al 2012. "Se teniamo conto che nel 2013 la quasi totalità degli italiani non ha pagato l'Imu sulla prima casa – dichiara il segretario Giuseppe Bortolussi – gli importi previsti dal nuovo tributo sui servizi indivisibili per l'anno in corso rischiano comunque di mettere in seria difficoltà economica non poche famiglie, soprattutto quelle meno abbienti. Gli unici proprietari di prima casa che possono tirare un sospiro di sollievo sono quelli di Treviso: il loro Comune è tra quelli che ha introdotto delle detrazioni particolarmente elevate, grazie alle quali l'imposta in molti casi tenderà a zero".

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