Tasi: ok alle detrazioni e esenzioni per la nuova tassa sui servizi indivisibili

CLAUSOLA – Una clausola di salvaguardia che è un sollievo per molti contribuenti: la Tasi non dovrà pesare più dell'Imu 2013. Via libera quindi alle detrazioni per la nuova tassa sui servizi indivisibili. E ok anche alle esenzioni come aggiornate nel 2013. Cioè non dovranno pagare nè gli immobili adibiti al culto (nelle parti “non commerciali”) nè le onlus.

ESENZIONI – La partita è non di poco conto se si pensa a tutte le detrazioni ed esenzioni previste nel caso dell'Imu. Come ricorda l’agenzia di stampa Ansa, non dovevano infatti pagare i possessori di abitazione principale e relative pertinenze (nel 2013 le due rate furono cancellate con due distinti decreti), gli alloggi assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp), dalle Aziende territoriali per l'edilizia residenziale (Ater) o da altro ente di edilizia residenziale pubblica avente le stesse finalità degli Iacp; gli immobili delle cooperative edilizie immobili delle cooperative edilizie, i terreni agricoli, i fabbricati rurali. Ma anche Forze armate, di polizia, vigili del fuoco e carriera prefettizia ma anche gli immobili dati in comodato d'uso gratuito dai genitori ai figli; parti degli edifici adibiti al culto e onlus (cioè immobili destinati esclusivamente allo svolgimento di attività previdenziali, assistenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali ricreative e sportive).

LE ALIQUOTE COMUNALI – Saranno comunque i Comuni a decidere il livello dell'aliquota e l'eventuale aumento dello 0,8 per mille complessivo che potrebbe arrivare sulla prima o sulle altre case o divisa tra le due tipologie. I Comuni potranno infatti procede all'aumento fino allo 0,8 per mille della Tasi ma “purché siano finanziate, relativamente alle abitazioni principali e alle unità ad esse equiparate detrazioni o altre misure”, con effetti equivalenti a quelli sull'Imu. Sarà sempre il comune a stabilire le scadenze di pagamento della Tari e della Tasi, prevedendo di norma almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche differenziato con riferimento alla Tari e alla Tasi.

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