Occhio alle scadenze: a gennaio c’è la “mini Imu”, poi arriveranno la Service tax e la Iuc

IMPOSTE SULLA CASA – La tassa sulla prima casa ha monopolizzato nel 2013 buona parte della discussione politica e il 2014 si apre con la scadenza del pagamento dell'imposta sugli immobili, il 24 gennaio, termine entro il quale andrà pagata la "mini Imu". Poi, come spiega l'agenzia di stampa Asca, si passerà alla nuova Service tax, che vede una componente esclusivamente patrimoniale (la vecchia Imu) che non graverà sulle prime case, fatti salvi gli immobili di lusso, e la Iuc, l'Imposta unica comunale, divisa poi in due segmenti. Il primo porta il nome di Tasi (la tassa sui servizi indivisibili) e sarà calcolato sul valore catastale dell'immobile e pagato tanto dai proprietari quanto dagli inquilini; il secondo costituisce la Tari (la tassa sui rifiuti) e sarà calcolato in base ai metri quadrati dell'abitazione. Il tributo dovrà essere pagato interamente entro il 16 giugno, ma ai Comuni viene lasciata la facoltà di prevedere almeno due rate semestrali.

L'IRPEF SULLE CASE SFITTE – L'aliquota massima data dalla somma dell'Imu con la Tasi non può superare il 10,6 per mille. Per il 2014, l'aliquota massima della Tasi relativa alla prima casa non può eccedere il 2,5 per mille. Sempre per l'anno venturo torna l'Irpef sulle case sfitte. Il reddito delle abitazioni non affittate che si trovano nello stesso Comune di residenza del proprietario sarà tassato al 50% per l'anno d'imposta 2013. Secondo le associazioni di categoria, come per esempio l'Ance, nel 2014 sul comparto casa si scaricheranno almeno 2 miliardi di tasse. Da parte del Tesoro si spiega invece che nel 2014 la Tasi per i proprietari di prima casa non risulterà più gravosa dell'Imu: 1,7 miliardi di euro le entrate previste, contro i 3,8 miliardi che avrebbe comportato la vecchia tassa, con un minor prelievo sull'abitazione principale stimato in circa 2 miliardi. Molto inoltre dipenderà anche dalle modalità specifiche di applicazione delle aliquote e delle detrazioni, lasciate all'autonoma determinazione dei Comuni, perché l'intento del legislatore rimane quello di attribuire maggiore libertà e maggiori responsabilità agli enti locali.

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