L’ESENZIONE CONDIZIONATA – Nei Comuni che hanno mantenuto l’aliquota allo 0,4% nulla, si è esenti dal pagamento purché l’abitazione non appartenga alle categorie catastali del “lusso”. Se invece, riporta il Corriere.it, il Comune applica un’aliquota superiore bisogna versare il 40% della differenza tra l’Imu che si pagherebbe con l’aliquota comunale e quella calcolata allo 0,4%.
LE TRE CATEGORIE – Per le persone ricoverate in casa di riposo, gli italiani all’estero iscritti all’Aire che posseggono un’abitazione nel nostro paese e le persone che hanno dato in comodato un’abitazione a un figlio o a un genitore (purché l’immobile non abbia una rendita catastale superiore a 500 euro e chi occupa l’abitazione non abbia un indicatore Isee superiore a 15mila euro) devono stare attente. Scrive il Corriere.it:
"In questi casi infatti è il Comune a decidere se l’abitazione è assimilata a quella principale o no. Non si tratta di una differenza da poco: su una casa da 500 euro di rendita in un Comune che applica un’aliquota allo 0,5% e sulle seconde case chiede il massimo con l’assimilazione si pagherebbe un contributo di 34 euro, mentre l’Imu seconda casa è di 890 euro".
LE ALIQUOTE PUBBLICATE – I Comuni hanno tempo fino al 9 dicembre per rendere ufficiali le aliquote deliberate per il 2013. In caso contrario resteranno in vigore quelle per il 2012.