La pubblicazione del decreto 133 che ha abolito l’Imu 2013 sulle abitazioni principali conferma che ai proprietari sarà chiesto entro il 16 gennaio un contributo pari al 40% della maggior imposta se il Comune ha stabilito per quest’anno un’aliquota superiore allo 0,4%.
COME SI CALCOLA IL CONGUAGLIO – Per capire a quanto ammonta l’integrazione, spiega il sito del Corriere.it, bisogna innanzitutto computare quanto si dovrebbe pagare se l’Imu fosse dovuta per intero nella misura decisa dal Comune per il 2013 e poi sottrarre dal risultato l’importo che si pagherebbe con l’aliquota 0,4%, se il risultato di questa seconda operazione è negativo si considera uguale a zero. La somma dovuta dal contribuente ammonta al 40% del risultato della sottrazione.
L’ESEMPIO – Ecco l’esempio che riporta il quotidiano di Via Solferino: una casa con rendita di 1000 euro e un comune con aliquota per il 2103 dello 0,55%, per comodità di calcolo ipotizziamo l’assenza di figli conviventi (se hanno meno di 26 anni danno diritto ognuno a 50 euro di detrazione).
“Il contributo sarà di 100,80 euro, che si ottengono sottraendo 472 euro (Imu dovuta con lo 0,4%) da 724 euro (Imu allo 0,55%). Se si calcola il 40% sui 252 euro che risultano dalla sottrazione si ottengono appunto 100,80 euro. Se si è posseduta l’abitazione solo per una parte dell’anno o se comunque il requisito di abitazione principale non c’è stato per 12 mesi il contributo si calcola in proporzione. Se nella casa del nostro esempio si è abitato da gennaio a settembre si pagheranno 9/12, cioè 75,60 euro”.
LA SCADENZA – Per ora però mancano le istruzioni per farlo ed è quindi meglio aspettare l’anno nuovo. D’altro canto la scadenza del pagamento, ammesso che non si trovi prima una soluzione alternativa, è il 16 gennaio 2014, in concomitanza a quella della prima delle quattro rate annuali dello Iuc, il nuovo tributo previsto dalla legge di Stabilità.