Tarsu-Tares-Tari, Comuni in allarme per il caos delle tasse sui rifiuti

CONFUSIONI SULLE TASSE – Cittadini e Comuni in confusione a causa delle tasse sui rifiuti. A Milano, per esempio, come riporta il Corriere.it, sono partite 458 mila lettere in cui si chiedono chiarimenti rispetto a metri quadrati e persone che abitano negli immobili. E intanto c’è anche l’ultima rata della tassa sui rifiuti da saldare. Per finire bisognerà aprire il portafogli per pagare la Service Tax 2013.

QUESTIONE DI NOMI – Nella legge di Stabilità varata dal governo si parlava di una nuova tassa, la Trise, che sostituirebbe la vecchia Tarsu. La Trise è suddivisa in Tasi (ex Imu, come corrispettivo dei servizi indivisibili forniti ai cittadini, dall’illuminazione delle strade in giù). E in Tari (a copertura della gestione dei rifiuti urbani). Ma alla fine questa complicata architettura rischia di non vedere la luce. Al suo posto arriverebbe il Tuc, tributo unico comunale.

LE DIFFICOLTA’ COMUNALI – “Apprezzabile la ricerca di fare ordine e chiarezza, il problema è che i comuni che hanno risorse sufficienti sono costretti a fare questo lavoro tardi e in condizioni difficili. In più facendo i conti con un contribuente disperato”, allarga le braccia Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, e responsabile Finanza locale per l’Anci, associazione dei comuni italiani. Il primo cittadino ricorda anche che la finanza comunale è stata modificata 36 volte dal novembre 2011 a oggi. “Le difficoltà maggiori ci sono nei municipi piccolissimi e nelle metropoli. Di certo tutta questa frammentazione delle regole è un disastro”, fa presente Paolo Conti, responsabile nazionale del Caf Acli.

SEMPRE TASSE SONO – La si chiami Tari, Tuc, Tarsu o Tares, la verità è che alla fine ai cittadini il nome interessa poco. In media il Codacons stima per ogni famiglia italiana una stangata aggiuntiva pari a 77 euro. Nel caso di Milano, per il 2013 l’incasso Tares previsto dal Comune sarà pari a 288,9 milioni di euro, con un incremento dell’8,9% rispetto alla Tarsu 2012. E alla fine questo pesa più degli acronimi.

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