Immobiliare in lieve ripresa, nel primo semestre calano i prezzi e cresce la domanda

QUALCHE SEGNALE POSITIVO – I segni dal mercato immobiliare restano negativi, ma il calo dei prezzi del comparto residenziale sembra prossimo ad arrestarsi. È questo il primo dato emerso dall’osservatorio sul mercato immobiliare residenziale italiano condotto da gruppo Immobiliare.it e relativo al primo semestre del 2013. Se a livello nazionale il prezzo medio degli immobili in vendita è diminuito del 3,2% su base annua (da giugno 2012 a giugno 2013), la contrazione dello 0,6% nella prima parte dell’anno porta a leggere con meno apprensione del solito i dati sul mattone. "Prosegue la flessione dei prezzi in tutto il territorio nazionale", dichiara Guido Lodigiani, direttore corporate e ufficio studi di gruppo Immobiliare.it, "ma le città con più di 250mila abitanti e gli immobili in vendita nel Nord del Paese aiutano a tenere questa contrazione sotto l’1%. A settembre il prezzo medio ponderato degli immobili residenziali italiani si è assestato intorno ai 2.700 euro per metro quadro".

I DATI AREA PER AREA – Analizzando i dati relativi alle macro aree del Paese, il primo semestre dell’anno ribalta i risultati della rilevazione precedente: se erano state le regioni meridionali quelle che avevano difeso meglio il valore immobiliare nel 2012, sono adesso le regioni del Nord ad avere la flessione più bassa del semestre (-0,1%), mentre nel Centro Italia la diminuzione è stata distribuita in parte nei sei mesi (-0,8%) e in parte nell’anno (-3,5%). In numeri: a giugno per l’acquisto di un appartamento al Nord si sono spesi in media 2.768 euro al metro quadro, al Centro 3.328 euro al metro quadrato; al Sud 2.093 euro al metro quadro. Interessante rilevare come anche le città più grandi (quelle oltre 250.000 abitanti) siano riuscite, nel corso dell’anno, ad arrestare la contrazione dei prezzi: per loro il primo semestre segna una generale stazionarietà (-0,1%), mentre il confronto con un anno fa rivela come i prezzi siano calati del 3%. Discorso diverso per i capoluoghi di provincia con meno di 250.000 abitanti: qui il calo semestrale è stato più forte (-1,4%), fenomeno che fa il paio con il -3,6% del confronto con giugno 2012.

SALE LA DOMANDA DI IMMOBILI – La bella notizia del semestre è legata alla crescita della domanda di immobili: tanto le domande di compravendita quanto quelle di locazione tornano a salire. Dopo una flessione iniziata nello scorso semestre e proseguita fino ad aprile, da maggio si è registrata una netta inversione di tendenza della domanda locativa, cresciuta del 9% nell’ultimo semestre; più regolare la domanda di immobili in vendita, che è cresciuta lentamente, ma in modo costante (+7% nel semestre). Questo incremento si spiega anche con la presenza di una parte di domanda non soddisfatta negli ultimi anni, che si è sommata alla nuova domanda. Le rilevazioni sono in perfetta linea con i dati più recenti sui mutui per acquisto casa: anche qui, per quel che riguarda gli ultimi due mesi, si è sottolineata una leggera ripresa della domanda di finanziamento. Per quel che concerne l’offerta (sia essa di locazione o di vendita), la crescita iniziata a ottobre 2012 è proseguita senza sosta: nel primo semestre del 2013 gli indici dell’offerta in vendita e in locazione sono cresciuti rispettivamente del 5% e di oltre il 12%.

MEGLIO LA VENDITA DELL'AFFITTO – Va detto, tuttavia, che la disponibilità sul mercato di immobili in vendita resta di molto superiore a quella di immobili in locazione, data la scarsa propensione degli italiani ad affittare una loro proprietà: evidentemente, la tradizionale diffidenza degli italiani a locare sta lasciando spazio a un maggior bisogno di mettere a reddito gli immobili, bisogno che si unisce a un accresciuto timore per quel che riguarda le tasse da pagare sugli immobili sfitti. Per quanto riguarda i prezzi medi richiesti per l’acquisto di un appartamento nei nostri capoluoghi di regione, i numeri dell’osservatorio di gruppo Immobiliare.it, relativi a settembre 2013, non riservano grosse sorprese: le città capoluogo più care sono quelle d’arte. Pur con un forte calo rispetto a un anno fa, Roma è ancora prima (3.970 euro, -8,1% nell’anno, -4,4% nel semestre); la città supera Firenze, che si ferma a 3.772 euro al metro quadro (-4,5% nell’anno, -2,9% nei sei mesi). A seguire troviamo Milano che, registrando una flessione dei prezzi del 2% nell’anno e dell’1,3% nel primo semestre, arriva a 3.660 euro. Le meno care, invece, sono Catanzaro (1.273 euro al metro quadrato, in flessione del 12,1% nel primo semestre 2013) e Perugia (1.651 euro per metro quadro, con prezzi in calo del 2,8% nel corso del primo semestre). La città capoluogo di regione che segna, nell’ultimo anno, la crescita maggiore dei prezzi richiesti per gli appartamenti è L’Aquila (+5,7%), quella che ha subito la contrazione maggiore, invece, è Venezia (-12,8%), trainata dalla forte diminuzione dei prezzi di Mestre.

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