AFFITTI IN NERO – Tasse, troppe tasse. E allora non si pagano. Capita con sempre maggior frequenza in Italia che, pur di spendere meno in termini di canone, ci si ritrovi costretti ad accettare un contratto di affitto in nero, privo cioè di regolare registrazione presso l’Agenzia delle Entrate. Da una parte il proprietario evita di pagare le tasse per la registrazione del contratto e gli inquilini in cambio pagano un canone inferiore a quello che gli verrebbe richiesto in caso di contratto. Il sito vostrisoldi.it spiega come denunciare la pratica illegare.
“Andiamo con ordine: grazie al decreto legislativo 23/2011, articolo 3, commi 8 e 9, i proprietari irregolari e che non abbiano sottoposto il proprio immobile affittato ad un regolare contratto registrato, avevano tempo fino al 6 giugno del 2011 per usufruire della cedolare secca e registrare il contratto d’affitto. Questo vuol dire che, qualora tale regolamentazione non fosse stata eseguita, tutti gli inquilini in nero hanno la possibilità di rivolgersi ad un avvocato dell’Unione Inquilini e denunciare il proprietario di casa, presentando le opportune prove che evidenzino il proprio domicilio nell’appartamento. Per dimostrare il proprio domicilio nell’appartamento del padrone di casa irregolare, è sufficiente presentare una copia del bonifico del canone mensile, o le bollette delle utenze intestate al nome dell’inquilino o un qualunque documento che attesti la consegna del canone mensile”.
SPENDERE DI MENO – A questo punto la denuncia è fatta e l’inquilino ha modo anche di spendere di meno perché si avrebbero alcune agevolazioni fiscali. Benfit che però non sono tanto conosciuti dagli italiani..
“Chi denuncia una locazione in nero, può godere di un regime fiscale di estremo favore che prevede la possibilità di richiedere l’applicazione di un canone annuo pari a 3 volte la rendita catastale. Denunciando nei modi di cui sopra il proprietario immobiliare, si avrà infatti diritto a un contratto di affitto di quattro anni, prorogabile di altri quattro anni, a canone fortemente scontato”.
Ed ecco un esempio pratico.
“Un esempio potrebbe permettere di capire meglio il concetto. Prendiamo il caso di un’immobile in centro a Roma di circa 70 mq con una rendita di 1.000 euro al mese: con l’applicazione della legge sopra citata, l’affitto dovrebbe essere al di sotto dei 300 euro. Questo però non avviene se l’inquilino, in caso in cui si renda complice insieme al proprietario di casa per pagare meno sull’affitto, rischierà di dover pagare l’imposta di registro sulla mancata registrazione dell’atto per la quale il fisco ritiene entrambe le parti solidalmente responsabili al pagamento del tributo”.