Imprenditori, l’impatto dell’Imu sui capannoni è da capogiro

IL NODO DEI CAPANNONI – La "questione capannoni" diventa sempre più centrale rispetto al piano di rinvio della prima rata Imu. Per comprendere meglio quale sia l'impatto dell'imposta sulle aziende, come segnala il Corriere.it, l'ufficio delle politiche fiscali della Cna ha realizzato uno studio analitico su quanto costa un immobile commerciale e industriale in ogni capoluogo di provincia e quale possa essere l'incremento durante quest'anno. Nel 2013 l'aumento della pressione fiscale sugli immobili produttivi potrebbe sfiorare i 6 miliardi con un incremento complessivo del 127% rispetto all'Ici che si pagava nel 2011. Nello specifico, gli incrementi della pressione fiscale su negozi e botteghe nel 2012 sono stati mediamente del 136%. Nel 2013 potrebbero arrivare al 166%, ossia a circa 650 euro di aumento medio sulle piccole botteghe.

AUMENTI ALLE STELLE – Se i Comuni adottano l'aliquota massima, gli aumenti medi dell'Imu 2013 rispetto all'Ici 2011 di tutti i capoluoghi di Regione arriverebbe a più del 200%, con punte a Roma del 221% e Aosta del 271%. A Bari un negoziante che già l'anno scorso pagava 934 euro: quest'anno dovrà aggiungere 368 euro. A L'Aquila chi pagava 622 euro vedrà l'imposta salire fino a 867 euro. Per gli opifici industriali e artigianali lo scenario 2013 è addirittura peggiore: gli immobili accatastati nella categoria D, escluso D5, nel 2013 devono scontare anche l'ulteriore aumento della base imponibile dell'8,33%. Per i fabbricati industriali a carattere speciale gli incrementi variano, come quelli degli opifici industriali e artigianali, dal 154% al 30%.

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