L’anagrafe dei conti correnti e la fine del segreto bancario

L’ANAGRAFE DEI CONTI – Lunedì 25 Marzo, il direttore dell’Agenzia dell’Entrate, Attilio Befera, firmando il provvedimento che prevede l’introduzione di un Anagrafe tributaria dei conti correnti, ha ufficialmente autorizzato il nuovo strumento di controllo sui saldi e movimenti dei conti correnti e altri strumenti finanziari detenuti dai contribuenti presso i vari istituti finanziari.

CONTRO L’EVASIONE – L’obiettivo è quello di semplificare il lavoro dell’Agenzie delle Entrate nello stanare più facilmente gli evasori; per rendere possibile tutto questo è necessario predisporre delle verifiche incrociate tra le informazione reperibili sui conti correnti o altri prodotti finanziari dei contribuenti e le rispettive dichiarazione dei redditi; in caso di scostamenti importanti (si parla di circa il 20%) verranno stilate delle liste di soggetti sui quali occorrerà effettuare degli accertamenti.

SOTTO LA LENTE – Per questo motivo, sotto la lente del fisco passeranno al vaglio non soltanto il saldo iniziale e finale dei conti correnti con i relativi movimenti, ma le ispezioni si estenderanno anche ai conti deposito titoli, ai contratti di gestione patrimoniali, ai buoni fruttiferi, ai certificati di deposito, al totale dei pagamenti effettuati con carta di credito, e delle ricariche per carte prepagata, al numero di accessi alle casette di sicurezza.

LE SCADENZE – Entro il 31 ottobre 2013 gli operatori finanziari: banche, poste, società di gestione risparmio e intermediari vari, dovranno fornire i dati e le informazioni in loro possesso, relative ai propri clienti e in riferimento all’anno 2011; per quanto riguarda quelli del 2012 il termine di presentazione è il 31 marzo 2014, a regime le comunicazione dovranno essere presentate entro il 20 aprile dell’anno successivo.

IL CANALE IN SICUREZZA – Al fine di garantire sicurezza e rispetto della privacy per la mole e la qualità di informazioni scambiate tra Agenzie delle Entrate e operatori finanziari, quest’ultimi dovranno  registrasi al Sid (Sistema di Interscambio flussi Dati) che costituisce il nuovo canale telematico di trasmissione dati dell’Agenzia dell’Entrate. E’ stato, invece, rimandato a un prossimo provvedimento le modalità da seguire verso coloro che nel passato hanno scudato i capitali illecitamente detenuti all’estero, e a cui era stata garantita tutela dagli accertamenti.

IL SEGRETO BANCARIO – Con l’operatività di questo provvedimento si da esecuzione a quanto predisposto con il decreto Salva Italia del 2011 che mirava a  ridimensionare ai minimi termine l’evasione fiscale, a costo anche di violare il segreto bancario. Mentre nel passato il Fisco aveva accesso solo ai dati identificativi del conto corrente e poteva chiedere maggiori informazioni solo dopo l’apertura di un accertamento formale a carico di un contribuente specifico, ora invece conoscerà tutti i dettagli di ogni singolo rapporto finanziario esistente. Queste attività che mirano a recuperare parte dei 120 miliardi di euro sottratti al fisco, sono però tanto invasive da rischiare di innescare un ritorno all’uso del contante e il trasferimento di ingenti capitali all'estero.

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