SORPRESA ITALIA – Strano a dirsi, vista la situazione tributaria in Italia, ma il nostro Paese, per quel che concerne l'Iva, non è quello più tartassato fra gli Stati membri dell'Unione Europea. Le nostre aliquote dell'imposta sul valore aggiunto rientrano nella norma e, anzi, l'Italia è uno dei pochi Stati a godere di tre scaglioni di aliquote: 4% super agevolato, 10% ridotto e 21% ordinario, con un possibile aumento al 22% ereditato dal governo Monti.
IN LINEA EUROPEA – Nei 27 Stati membri l'Iva ha un altro nome, ma quel che cambia, soprattutto, è la sua sostanza. Il nostro 21% di aliquota ordinaria è perfettamente in equilibrio fra il 15% del Lussemburgo e il 27% dell'Ungheria. Insieme all'Italia anche in Belgio, Lettonia e Lituania la percentuale ordinaria è del 21%. Tra i Paesi più "vicini" a noi, però, l'Italia è quello che sta peggio. In Germania ci sono due scaglioni, quello ridotto al 7% e quello ordinario al 19% mentre in Francia gli scaglioni sono tre ma minori in percentuale rispetto ai nostri (2,1%, 5,5 o 7% e 19,6%). In Spagna, invece, le aliquote sono pressoché le stesse (4%, 8%, 18%) mentre nel Regno Unito ci sono due regimi, uno al 5% e uno al 20%.
BASSI LIVELLI – I Paesi con l'Iva più bassa sono il Lussemburgo con un 15% di aliquota ordinaria (oltre a 3% super ridotta e 6% o 12% per quella ridotta) e Cipro con il 5 o l'8% di aliquota ridotta e il 17% di aliquota normale. Gli Stati all'interno dei quali l'Iva è più pesante per i consumatori sono Ungheria, Romania, Svezia e Danimarca. Del primo Stato ne abbiamo già parlato mentre nel secondo Paese dell'est Europa esistono due scaglioni, il primo al 5 o al 9% mentre il secondo al 24%, superiore di ben tre punti rispetto al nostro già elevato.
CARO NORD EUROPA – Nelle terre nordiche, invece, è risaputo che il costo della vita è elevato e Svezia e Danimarca sono la testimonianza di questo dato. Nel primo Paese l'Iva è al 25% (6% o 12% se ridotta) mentre nel secondo esiste una sola aliquota fissa al 25%: questo significa che se in Danimarca una persona va a comprare il pane è costretta a pagare una tassa del 25%. In Italia, al momento, per il pane paghiamo soltanto il 4%.