Mps, al momento i più colpiti sono gli azionisti. Al sicuro i correntisti

LE OMBRE DIETRO IL CASO MPS – "Un misto di mala gestio della banca fino a quando l'ex presidente Giuseppe Mussari ha lasciato – del dopo francamente non so dire – e un grosso interrogativo sull'operazione di acquisto Antonveneta". A parlare questa volta è l'avvocato Mauro Guizzardi, dell'Associazione italiana risparmiatori obbligazionisti Lehman Brothers. "L'acquisto fatto da Santander pochi mesi prima a 6,6 miliardi e la rivendita a Mps a 9 miliardi è economicamente senza spiegazioni. Consideri che Santander, rivendendo Antonveneta a Mps, ha tenuto fuori e venduto a parte la banca d'affari Interbanca a General Electric (a una controllata) per un valore di circa un miliardo. E questo importo va quindi detratto da quei 9 miliardi. Insomma, non sta in piedi. E quando ci sono valori ingiustificati a pensare male si fa peccato ma ci si prende, domandandosi dove sono finite le differenze, nelle tasche di chi. Sono usciti da Mps un sacco di soldi in più del dovuto, per cui qualcuno ne dovrà rispondere civilmente agli azionisti o penalmente a qualcun altro, se si accerterà reato".

Come si possono tutelare gli azionisti?
Esistono le azioni di responsabilità verso gli amministratori pro tempore, come la possibilità di costituirsi parte civile quando sarà ora. Al momento è prematuro. Occorre capire il buco e soprattutto l'origine di esso, i motivi. Quel che è certo è che il danno agli azionisti si è già materializzato nel calo di prezzo del titolo, molto vistoso.

E gli obbligazionisti?
Ad oggi non mi risulta che Mps non abbia rimborsato obbligazioni in scadenza, quindi non c'è un danno da reclamare. Se la situazione patrimoniale dovesse peggiorare e rendere necessaria una ristrutturazione della banca, temo che i primi a pagare dazio saranno gli obbligazionisti subordinati, categoria che ultimamente è stata poco protetta e ha dovuto condividere il costo delle varie crisi delle banche interessate. Quindi, se avessi subordinate Mps terrei gli occhi molto aperti. Meno probabile che ne siano interessati gli obbligazionisti senior, proprio perché se si vuole ristutturare una istituzione finanziaria, perché poi continui a operare, la scelta di non rimborsare per intero il debito senior è come togliere ogni affidabilità agli occhi dei mercati. Al massimo mi aspetterei in caso estremo un allungamento dei termini di rimborso o una riduzione dei tassi, ma è un'ipotesi che considero remota. Altro discorso sono i prezzi delle obbligazioni: se si deve o si vuole vendere e il prezzo ha subito un calo evidente per il crollo di questi giorni legato alle vicende che sono emerse, potrebbe ipotizzarsi un danno. Solo che le vicende non sono ancora chiare e ipotizzare un responsabile preciso è presto.

Chi sono i più danneggiati, dal suo punto di vista?
Gli azionisti senza dubbio, che però hanno visto scendere parecchio il prezzo dal 2008 a oggi. Chiaro che se la situazione peggiorasse e si andasse verso un default o una ristrutturazione pesante, ne sarebbero interessati anche gli obbligazionisti, prima i subordinati e – se il buco fosse grande – non escluderei i senior. Ma lo scenario mi pare non probabile, soprattutto per i senior.

E i correntisti, che comunque sono tutelati dal Fondo?
I correntisti sono tutelati dal Fondo interbancario fino a 100.000 euro per ciascun intestatario del conto. Non vedo rischi per loro.

Hanno un senso le class action di cui si sta parlando in questo momento?
Poco, a meno che qualcuno non abbia la sfera di cristallo per sapere esattamente di chi è la colpa e a quanto ammonta il danno. Forse in futuro, a bocce ferme, gli azionisti potranno avere qualcosa da dire agli amministratori che hanno gestito l'affare Antonveneta e la banca in generale fino all'avvento di Profumo. Una banca con 500 anni di vita meritava un minimo di rispetto e non di essere utilizzata come un bancomat da chiunque. Oltretutto, le responsabilità ipotizzabili sono tante e diverse: leggendo l'ispezione della Banca d'Italia del novembre 2010, si leggono rilievi importanti che manifestano come Via Nazionale fosse ben cosciente dello stato della banca e di come veniva gestita.

Quindi?
Resta il dubbio se si poteva fare di più e prima con i poteri che essa ha, che non sono limitati. Ricordo che Bankitalia aveva chiesto chiarimenti durante la fase di preparazione all'acquisto di Banca Antonveneta, e le furono dati da Mps. Stesso discorso vale per Consob. Il quotidiano La Repubblica ha reso noto che le denunce di azionisti per l'affare Antonveneta risalgono al 2008. In generale, non ho visto una grande incisività nella vigilanza di questi due enti, con i poteri di cui sono dotati, ma da lì a chiamarli responsabili dell'attuale fragilità di Mps, o di aver chiuso gli occhi su condotte penalmente rilevanti, il passo non è immediato.

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