Redditometro, tra la difesa di Befera e gli attacchi della stampa estera

ONERE DELLA PROVA – L'operazione del redditometro "è rivolta all'evasione sfacciata". Lo aveva già sottolineato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. La precisazione dello stesso rasasicura poi gli onesti cittadini italiani: non esiste un onere della prova posto a carico del contribuente, poiché tutto deve essere risolto in sede di contraddittorio. Il direttore Befera ha affermato che la dimostrazione della buona fede del contribuente può avvenire anche sulla base di fatti. Ciò significa che i controlli fiscali, in fase di contraddittorio, potranno anche basarsi su determinati riscontri oggettivi.

LA DIFESA DEL REDDITOMETRO – Solo qualche giorno fa lo stesso Befera aveva difeso il nuovo redditometro contro varie accuse. “Niente paura”, ha infatti spiegato,“ i controlli fiscali ci saranno solo quando si supera la soglia di scostamento di 12mila euro all’anno, il che equivale a mille euro al mese di differenza tra quanto dichiarato come reddito dal contribuente e quanto effettivamente speso. Non sarà nemmeno uno strumento da Stato di polizia, aveva aggiunto Befera. Eppure qualche cortocircuito e qualche mal funzionamento sembra esserci.

LA STAMPA ESTERA – Ma di redditometro non se ne parla solo in campagna elettorale, ma è diventato anche argomento di discussione per la stampa estera. Un articolo del New York Times dipinge il nostro Paese come un paradiso per chi riesce a evadere le tasse e, per questo, “non senza polemiche” c’è stato bisogno di inserire il redditometro. “Il misuratore del reddito ha lo scopo di ridurre al minimo lo spazio dell’evasione perché esamina le spese del contribuente e divide le spese in decine di categorie come i costi per la casa, mantenimento dell’auto, vacanze, abbonamenti per la palestra, spese per il cellulare e per lo shopping. Se la spesa del contribuente è superiore anche solo del 20% in più rispetto al reddito, l’agenzia chiede spiegazioni”.

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