Decreto banche: casa all’asta solo se non è la prima abitazione

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio, è entrato in vigore il decreto banche. Tra le misure, anche le norme che rendono più semplice il pignoramento immobiliare dopo 18 rate non pagate. Il testo specifica che la casa può andare all'asta solo se è di proprietà di un imprenditore e nel caso in cui non sia adibita ad abitazione principale.

IL DECRETO BANCHE – L'Articolo 2 del decreto banche dispone che in caso di inadempimento dell'imprenditore – e in presenza di una clausola contrattuale che lo specifichi – il creditore ha diritto di procedere alla vendita dell'immobile. Sempre nel caso in cui al "proprietario sia corrisposta l'eventuale differenza tra il valore di stima del diritto e l'ammontare del debito inadempiuto e delle spese di trasferimento". Al comma 3, inoltre viene specificato, che il trasferimento non può "essere convenuto in relazione a immobili adibiti ad abitazione principale del proprietario, del coniuge o di suoi parenti e affini entro il terzo grado".

I CASI DI INADEMPIMENTO – Il testo prevede che "si ha inadempimento quando il mancato pagamento si protrae per oltre sei mesi dalla scadenza di almeno tre rate, anche non consecutive, nel caso di obbligo di rimborso a rate mensili; o per oltre sei mesi dalla scadenza anche di una sola rata, quando il debitore è tenuto al rimborso rateale secondo termini di scadenza superiori al periodo mensile; ovvero, per oltre sei mesi, quando non è prevista la restituzione mediante pagamenti da effettuarsi in via rateale, dalla scadenza del rimborso previsto nel contratto di finanziamento".

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