Pensione donne: tre modi per aumentare l’assegno mensile

La pensione donne è statisticamente più bassa di quella degli uomini (meno 30% circa) perché i contributi versati sono inferiori.

DONNA PENALIZZATA – Secondo l’Istat, ricorda InvestireOggi.ti, nel 2014 i pensionati italiani sono stati 16,3 milioni (-134 mila rispetto all’anno precedente) e hanno percepito un reddito pensionistico lordo medio di 17 mila euro (+400 euro circa rispetto all’anno precedente). A conti fatti le donne ricevono però circa 6 mila euro in meno (14.283 euro contro 20.135 euro all’anno). La donna si sacrifica più spesso per le esigenze della famiglia (bambini o genitori malati nella maggior parte dei casi). Per questo la storia contributiva delle lavoratrici è normalmente meno lineare di quella degli uomini.

AGEVOLAZIONI FISCALI – La pensione integrativa è strategia più seguita a patto di scegliere il fondo complementare giusto. La scelta oggi è ampia e include assicurazioni. Per quanto concerne le agevolazioni fiscali è previsto un tetto massimo deducibile di 5.164,57 euro all’anno.

CALCOLO PENSIONE – Una regola generale è quella di tenere costantemente sotto controllo i contributi versati. Ogni lavoratrice dispone di una password sul sito dell’Inps per accedere alla sezione “montante contributivo” in cui è visualizzabile l’estratto conto contributivo. Questo aiuta ad agire preventivamente per coprire eventuali buchi previdenziali mediante contributi volontari.

RICONGIUNZIONE DI PIU CASSE – Oggi il mercato del lavoro è quanto mai flessibile quindi non è raro che una lavoratrice faccia riferimento a più casse. Gli strumenti da tenere in considerazione sono totalizzazione, ricongiunzione e cumulo. Tutti e tre, con modalità e costi diversi, rendono possibile unificare i periodi contributivi, per rendere più dignitoso il montante ottenuto.

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