Aumento Monte de paschi, attenti alla beffa se…

Non è ancora partito e già preoccupa l’aumento di circa 5 miliardi di euro che il Monte dei paschi di Siena dovrebbe lanciare in autunno per mettere finalmente fine a tutte le sue peripezie finanziarie con buona pace degli investitori che vedrebbero sfumare la minaccia del bail in come è giù successo per Etruria e le altre. Ma già si affacciano le prime difficoltà del fondo Atlante a trovare le risorse necessarie per rilevare gli Npl della banca senese (che non è l’unica “cliente” del fondo), del consorzio di garanzia a reperire in una volta sola una somma così ingente (5 miliardi, appunto) dopo averne già bruciati otto negli aumenti precedenti. Senza contare  le nubi politiche che potrebbero derivare dall’effetto referendum costituzionale e le possibili conseguenze dell’apertura di un’indagine sull’ex presidente Alessandro Profumo e sull’attuale amministratore delegato Fabrizio Viola in relazione ai bilanci della banca e alle emissioni Santorini e Alexandria.

Insomma un bel guazzabuglio. Tanto che alcuni analisti stanno pensando che, se l’aumento di capitale dovesse incontrare particolari difficoltà, la banca potrebbe adottare anche, in tutto o in parte, al piano B (per ora scartato) preparato per il Monte dei Paschi da Ubs e dall’ex banchiere e ministro Corrado Passera che prevedeva, tra l’altro, la trasformazione delle famose obbligazioni subordinate in azioni della banca deludendo così un ampio settore di risparmiatori-sottoscrittori di prodotti Montepaschi. Insomma, una specie di bail in a metà… Una soluzione che banca, governo e istituzioni finanziarie faranno di tutto per scongiurare, ma se le cose dovessero davvero precipitare…

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