Il condominio non può più vietare cani e gatti negli appartamenti
Il Tribunale di Cagliari ha così chiarito, per la prima volta in modo esplicito, che anche il regolamento di natura contrattuale, ossia quello deliberato all’unanimità o predisposto dal costruttore dello stabile condominiale ed allegato ai singoli atti di compravendita, è nullo in quanto contrario alla riforma del condominio e, quindi, all’ordine pubblico. La riforma alla quale si fa riferimento è quella introdotta nel 2012 nel codice civile: in essa venne stabilito che i regolamenti di condominio non possono contenere divieti al possesso di animali in casa. Tuttavia le prime interpretazioni avevano ritenuto che tale disposizione potesse essere derogata solo con l’unanimità dei consensi: adesso però la procura sarda ha fatto chiarezza, e tutti gli amanti degli animali potranno legittimamente tenerli nei loro appartamenti, secondo il “sacrosanto diritto all’animale di compagnia”.
La sentenza parla infatti della necessità “di valorizzare il rapporto uomo-animale e, per altro verso, nell’affermazione di quest’ultimo principio anche a livello europeo”, e cita anche altre sentenze della Cassazione che riconoscono “il diritto di visita in carcere al cane del detenuto, in quanto membro della famiglia, o il diritto di visita in ospedale al cane del paziente ricoverato, costituendo il rapporto uomo-animale un’attività realizzatrice della personalità umana”. Persino il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ratificato dalla Legge 130/2008 all’articolo 13, stabilisce che l’Unione e gli Stati membri “tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”.
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