Tfr in busta paga fino al 2018, poi arrivano i…

I lavoratori hanno tempo fino a giugno 2018 per richiedere il Tfr in busta paga, la misura introdotta in via sperimentale per il triennio 2015-2018. Dal prossimo anno infatti una parte del Tfr potrebbe essere destinato ai Fondi pensione complementari. Parte della liquidazione viene assorbita dal nuovo sistema previdenziale flessibile.

Il Governo ha introdotto la possibilità di inserire la prossima Legge di Stabilità una disposizione che stabilisca l’obbligatorietà di versare una quota del Tfr ai Fondi pensione. Sono circa 23 miliardi di euro annui che potrebbero essere destinati ai fondi pensionistici complementari e che renderebbero il sistema previdenziale italiano più flessibile e meno gravoso per i conti pubblici.

Cosa potrebbe accadere destinando il Tfr ai fondi pensione? Il Tfr lasciato in azienda è tassato, per il 2016, al 17%; i fondi pensione al 20%. La differenza viene livellata, dai rendimenti inferiori del Tfr, che ammontano al 1,9% (calcolato per l’anno 2013) rispetto al 5,7% dei Fondi pensione. L’obbligo di destinare parte del Tfr ai fondi pensione, attraverso la Legge di Stabilità, è reso più conveniente con l’introduzione di un alleggerimento della tassazione dei fondi pensione complementari nella misura di 3 o 4 punti percentuali, aumentando la deducibilità fiscale dei versamenti. Oggi ai fini fiscali è possibile detrarre un massimo di 5.164,57 euro sulle somme investite nei fondi di previdenza complementare.

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