Residenze all’estero prese di mira dal Fisco

Il testo della nuova voluntary disclosure prevede che i comuni informino entro sei mesi l’Agenzia delle Entrate in merito alle richieste di iscrizione all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero). In un prima fase di attuazione di questa norma, ricorda Il Sole 24 Ore, gli uffici dell’anagrafe dovranno retrodatare i controlli addirittura fino al 1° gennaio del 2010.

Grazie agli accordi internazionale di scambio di informazioni in materia fiscale – in attesa dello scambio automatico di informazioni fiscali, a regime solo dal 1° gennaio 2018 – l’agenzia delle Entrate possa chiedere assistenza all’estero su gruppi di contribuenti che abbiano le stesse caratteristiche. Il primo dei criteri che le Entrate si apprestano a utilizzare per le richieste di gruppo è esattamente lo spostamento di residenza utilizzato a fini “evasivi”. Svizzera e Montecarlo sarebbero le prime mete sull’agenda dell’Agenzia.

L’adesione alla nuova voluntary disclosure quindi permetterà ai contribuenti di essere cancellati dalla lista “selettiva” delle rogatorie. E da gennaio del 2018 con l’ingresso di oltre cento Paesi – a oggi sono 104 – nei nuovi standard Ocse di collaborazione internazionale la pervasività dei controlli renderà davvero difficile il mantenimento di depositi e attività estere in nero.

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