Cresce il risparmio degli italiani, ma prevale il pessimismo

Cresce del 3% per il quarto anno consecutivo la quota di italiani che affermano di essere riusciti a risparmiare negli ultimi dodici mesi: passano dal 37% del 2015 al 40% attuale, il dato più alto dal 2003, superando di gran lunga coloro che consumano tutto il reddito (oggi sono il 34%, erano il 41% nel 2015). A dirlo l’indagine Acri-Ipsos su “Gli Italiani e il Risparmio” in occasione della 92ª Giornata Mondiale del Risparmio, che spiega al contempo che tornano ad aumentare le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 22% del 2015 al 25% attuale, perché cresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 16% dello scorso anno al 19% attuale) e rimane costante al 6% la percentuale di chi ricorre a prestiti.

Anche riguardo ai consumi si registra un atteggiamento un po’ più rilassato rispetto al passato, soprattutto presso le classi medie e più abbienti, che ricominciano a spendere anche in quei comparti tralasciati negli ultimi anni, come le spese per la cura e la bellezza della persona. Tutti i diversi settori merceologici, inoltre, mostrano, indistintamente, una riduzione della negatività.

In tutto questo, prevale il pessimismo. La crisi, infatti, è ancora parte integrante della vita degli italiani, l’86% la percepisce come grave e ritiene che durerà ancora per anni. La metà dei nostri connazionali si aspetta di tornare ai livelli pre-crisi soltanto dopo il 2021. E le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono tuttora molte, più di 1 su 4 (il 28%, contro il 25% del 2015, il 27% del 2014, il 30% del 2013). Il numero dei soddisfatti rispetto alla propria situazione economica supera ancora quello degli insoddisfatti, ma solo di poco – sono il 51% contro il 49% – ed è in calo rispetto al 55% nel 2015.

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