Voluntary disclosure bis/2: la procedura per il contante interno

La Legge di Bilancio 2017 e il decreto fiscale collegato hanno previsto la possibilità di dichiarare e regolarizzare contanti e valori detenuti in cassette di sicurezza e sui quali si è quindi maturato un reato di evasione.

Come funzionerà la procedura in questo caso?

I contribuenti che presenteranno richiesta di adesione per la voluntary disclosure sul contante interno dovranno seguire una procedura specifica: l’apertura della cassetta e l’inventario dei beni contenuti dovranno esser fatti alla presenza di un notaio.

Il contribuente sarà chiamato ad autodichiarare che i beni posseduti non derivano da reati: esclusa la possibilità che a certificare la legalità di contanti o beni preziosi siano banche o enti statali, come invece annunciato in precedenza.

Gli importi detenuti nelle cassette di sicurezza dovranno essere versati e i professionisti che assistono i contribuenti dovranno segnalare gli importi ai fini di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. Questa procedura dovrà essere seguita da ulteriore dichiarazione sulle modalità di acquisizione dei contanti.

Per la voluntary disclosure bis al contante interno verrà richiesto il pagamento di tutte le tasse e imposte dovute: non è stata ufficializzata l’annunciata applicazione di un forfait del 35% sull’importo per regolarizzare beni e contanti.

Per chi dichiara il falso è previsto il carcere da 18 a 6 anni.

Ma in che misura verranno applicate le imposte e come fare per calcolare l’importo da pagare?

Ecco il dettaglio sulle modalità di pagamento e sul calcolo delle imposte da pagare per l’adesione alla voluntary disclosure bis.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!