Arriva Imi, la nuova tassa che unifica Imu e Tasi

Arriva una nuova tassa tra gli acronimi fiscali italiani. Dopo la proposta dell’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni italiani) approda infatti in un emendamento del Pd l’Imi, la nuova tassa sulla casa destinata a unificare e sostituire l’imposta municipale unica (Imu) e il tributo sui servizi indivisibili (Tasi).

La nuova imposta sugli immobili si applicherebbe su tutto il territorio nazionale e a decidere le aliquote sarebbero ancora una volta i Comuni in uno sprettro che va dall’8,6 all’11,4% per mille per i fabbricati (eccetto i rurali) e dal 5 al 7 per mille per ville e castelli. Sconto del 50% per la base imponibile degli immobili concessi in comodato d’uso.

“L’emendamento sulla unificazione di Imu e Tasi fa due cose”, spiega Confindustria. “Da un lato, conferma quello che Confedilizia ha sempre detto, e cioè che la Tasi non è una tassa sui servizi ma una patrimoniale, così come lo è l’Imu. Dall’altro, aumenta la tassazione sugli immobili. Il limite massimo ordinario della somma delle aliquote di Imu e Tasi, infatti, è del 10,6 per mille. L’emendamento suggerito dall’associazione dei Comuni, invece, lo porta all’11,4 per mille. Il limite massimo ordinario della somma delle aliquote di Imu e Tasi, infatti, è del 10,6 per mille. L’emendamento suggerito dall’associazione dei Comuni, invece, lo porta all’11,4 per mille. Misura, quest’ultima, che nel 2015 era stata ammessa solo in presenza di corrispondenti detrazioni sulla prima casa – quindi senza aumenti di tassazione – e che per il 2016 è stata inopinatamente confermata, senza condizioni, solo per alcuni Comuni, così come fa per il 2017 il ddl bilancio, con scelta già contestata da Confedilizia. Ci aspettiamo che questo aumento di imposizione sugli immobili non faccia strada. Le tasse su case, negozi e uffici vanno drasticamente ridotte. Con questo emendamento verrebbero addirittura aumentate”.

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