Riforma del catasto: ecco le nuove tasse sulla casa che pagheremo

Il governo torna sulla riforma del catasto. Lo schema di base è quello del governo Renzi ma ci sono delle novità importanti di tipo tecnico con possibili conseguenze a livello fiscale. Il valore medio di mercato, spiega InvestireOggi.it, sarà stabilito dall’Agenzia delle Entrate mediante un algoritmo che tiene conto, tra le altre cose, dell’ubicazione, dell’anno di costruzione e del pregio dello stabile. Secondo i tecnici se è innegabile che l’obiettivo della riforma del catasto è aumentare le entrate dagli immobili, dall’altro si otterrà un effetto di pressione fiscale sulle case più equa perché, ad esempio, gli immobili in centro non saranno più posti sullo stesso livello di quelli in periferia.

Eppure che il rischio di aumento delle tasse sugli immobili è alto è confermato anche dalla clausola che il precedente governo aveva posto esplicitamente alla riforma del catasto, ovvero l’invarianza del gettito. Clausola che scatenò il dibattito tra governo e sindacati di categoria sull’interpretazione da dare alla stessa, ovvero se limitare l’invarianza al singolo comune o se calcolarla a livello nazionale.

L’ipotesi che il governo rimetta mano alla riforma del catasto nel prossimo Def ha già messo in allarme la confederazione dei proprietari immobiliari che ha ricordato come la vera urgenza del settore del mattone sia la riduzione del carico fiscale. Tra le richieste quella di estendere l’opzione cedolare secca anche ad immobili strumentali, capannoni e negozi.

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