Lo strano mutuo Abbey National Italia Che grana per i clienti Unicredit

Domanda. Un cliente con un mutuo Unicredit ereditato da Abbey National, precisamente “Assimutuo” in collaborazione con Aviva Assicurazioni, ha lo scorso anno concluso di pagare le rate. Espletate le varie formalità, si è visto recapitare dalla banca una richiesta di ulteriori 30.000 euro che mancherebbero all’appello. Mi pare assurdo. Come evitare l’esborso?
G.C., Milano

Risposta. Il lettore sottopone un caso che rappresenta una gatta da pelare per i mutuatari che vi sono incappati ma sotto certi aspetti anche per Unicredit. A partire dalla metà del 1997 e fino a tutto il 2000 Abbey National Italia aveva proposto “Assimutuo”, una particolare forma di prestito che era in realtà un combinato tra un mutuo e un prodotto assicurativo della Commercial Union, divenuta Aviva nel 2006, che a sua volta conteneva una copertura caso morte del debitore e una componente di investimento. Lo schema prevedeva che il cliente pagasse ad Abbey la quota interessi del mutuo mentre la quota capitale alimentava il prodotto assicurativo. Abbey National ha abbandonato il mercato italiano ai primi del 2004 cedendo i mutui a Unicredit Banca per la Casa (nel 2010 incorporata da Unicredit Banca), che da quel momento è subentrata nel rapporto con i clienti incamerando la quota interessi, mentre immutato è stato il rapporto con Commercial Union a parte il cambio della sua denominazione in Aviva. Secondo il programma, al termine dei pagamenti delle rate il ricavato della polizza veniva erogato da Aviva a Unicredit estinguendo la quota di capitale del mutuo ma, tra costo della copertura caso morte e soprattutto scarso rendimento del capitale investito, accade che al momento dell’estinzione, a scadenza o anticipata che sia, emerga per il cliente una davvero sgradita sorpresa con conseguente richiesta di forti somme di danaro per colmare il capitale che manca all’appello. La grana, dicevamo all’inizio, non è solo per i mutuatari ma anche per Unicredit che si ritrova delle consistenti somme da esigere nei confronti di clienti che non sono per niente disposti a pagare, sentendosi buggerati dal mutuo.

Suggeriamo al lettore di sottoporre il caso, assieme alla documentazione completa, a un esperto della materia. Non sarebbe strano infatti scovare mancanze contrattuali ma anche informative, soprattutto considerando che si tratta di un prodotto collocato ben oltre quindici anni fa, quando l’attenzione delle banche e delle assicurazioni in merito era molto meno elevata rispetto ai tempi odierni. Dubitiamo per esempio che i clienti siano stati informati del rischio di perdite che si è poi concretizzato.

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