Crisi banche venete, cosa succederà ora ad azionisti e obbligazionisti

Continua la crisi delle banche venete. Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono a rischio solvibilità, complice il mancato rispetto dei minimi patrimoniali. L’aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro che sembrava una via percorribile rimane però in sospeso per l’assenza di investitori disposti a sottoscriverlo. Il governo a questo punto sta pensando alla liquidazione coatta amministrativa che prevede la cessione delle due banche venete a Intesa Sanpaolo, previo spin-off dei crediti deteriorati a una bad bank.

Cosa cambierà quindi per i risparmiatori, correntisti e investitori dei due istituti? Per chi beneficia di un prestito non cambierà nulla visto che il debito sarà poi ceduto alla banca acquirente. Così come per i correntisti che no risentiranno di nessun impatto.

Per quanto riguarda, invece, azionisti e obbligazionisti, lo schema di massima, scrive Il Sole 24 Ore, prevede che le perdite derivanti dalla cessione degli Npl alla bad bank vengano colmate azzerando gli azionisti e coinvolgendo i possessori di bond subordinati (ma non quelli di titoli senior). È possibile che in questo ambito siano coinvolti anche i piccoli investitori titolari dei titoli junior. Tuttavia è probabile che per questa tipologia di investitori che abbiano subito una vendita fraudolenta (“misseling”) scatti una forma di rimborso sul modello di quanto è già accaduto per Mps.

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