Crowdfunding immobiliare, ora si può investire nel mattone a partire da 500 euro

Il crowdfunding diventa sempre più importante anche in Italia e conquista il settore immobiliare. A spiegare di che cosa si tratta e quali sono le potenzialità è Marco Mongera, Cfo di Walliance, prima piattaforma in Italia di equity crowdfunding dedicata al real estate, che al portale immobiliare Idealista.it ha detto: “Tra dieci anni lo strumento dei finanziamenti sarà completamente ribaltato”.

A differenza degli Stati Uniti, per esempio, il crowdfunding in Italia è agli albori e quasi sempre rivolto a progetti sociali oppure per le start up innovative e mai al real estate. Grazie anche all’ultima normativa che ha aperto il settore anche alle Pmi, permettendo così a Walliance di diventare la prima piattaforma in Italia di equity crowdfunding dedicata al real estate.

“Oggi come oggi”, spiega Mongera, “alla piattaforma interessano tutti quei progetti di real estate che riguardano soprattutto l’acquisto, lo sviluppo e la vendita. Al momento sono questi i progetti che ci interessano perché l’investitore tipico del crowdfunding è un investitore che viaggia al massimo al breve-medio periodo. Per cui i nostri progetti sono quelli che prevedono l’acquisto di un immobile o di un terreno, la ristrutturazione e la vendita. L’obiettivo è spostare questo target anche sul lungo periodo, ossia sui progetti a reddito. Ma ad oggi l’assenza di un mercato secondario ci impone di andare sul breve-medio periodo. Il giorno in cui alla piattaforma verrà concesso di creare un mercato secondario, cioè di negoziare anche quelle quote che sono state già acquistate, sarà possibile finanziarie anche progetti a lungo termine”.

La tipologia di investitori è anche fatta da piccoli risparmiatori con un investimento minimo anche di 500 euro. “Grazie a noi, il mercato del real estate, sempre destinato a investitori di grosso calibro, si apre anche ai piccoli investitori. La condizione indispensabile è che la piattaforma sia seria e carichi progetti seri. Chi decide di fare un’operazione immobiliare sa che le banche oggi finanziano al massimo il 50%. Noi come piattaforma di crowdfunding tendiamo a sostituire parzialmente le banche. Questo significa che chi compra un terreno e fa un progetto di costruzione, ad esempio, alla banca chiede un 40%, un 20% lo investe in prima persona, perché il promotore deve investire qualcosa, e l’altra parta la chiede alla crowd”.

Insomma il business, assicura infine Walliance, si svilupperà a livello esponenziale come è successo negli Stati Uniti. “Inizialmente nessuno sapeva di cosa si trattasse, dopo sono iniziati gli investimenti, sono arrivati i guadagni e soprattutto ci si è accorti che si tratta di uno strumento che permette di partecipare all’investimento”.

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