Tempi duri per le startup che vogliono diventare banche

Per le startup finanziarie non sarà vita facile. Secondo quanto chiarito dalla Bce (nel documento “Guida per la verifica delle richieste di licenza bancaria provenienti da società del mondo fintech”), per le realtà fintech che vogliono diventare delle banche – e che quindi hanno nella loro attività la raccolta di depositi, fondi o la concessione di prestiti – non ci sarà nessun canale regolatorio preferenziale. Anzi, dovranno raccogliere maggior capitali rispetto agli istituti tradizionali per salvaguardare i correntisti e fronteggiare il rischio liquidità.

A questo fine alle autorità le startup dovranno fornire un piano industriale che dettagli tutte le perdite previste nei primi tre anni di vita e i flussi finanziari necessari a raggiungere il punto di break-even. Secondo la Bce, inoltre, chi deposita risparmi online è per definizione un correntista meno fedele di quello della banca tradizionale e quindi più propenso a chiudere il conto web e riaprirne un altro online se trova una banca fintech concorrente che offre servizi migliori o più convenienti.

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