Diamanti in banca, come riavere i soldi da Intesa Sanpaolo

Contenuto tratto da www.bluerating.com

I clienti devono solo recarsi in agenzia per vedere sistemata la propria posizione. E’ il suggerimento che l’associazione dei consumatori Aduc dà a chi ha acquistato i diamanti da investimento presso gli sportelli del gruppo Intesa Sanpaolo (multato dall’Antitrust nelle scorse settimane assieme a UniCredit, Mps e Banco Bpm per aver venduto le pietre preziose a prezzi gonfiati). In un articolo pubblicato nel proprio sito web a firma di Anna D’Antuono, l’Aduc ricorda che “sin dallo scorso febbraio, i clienti Intesa Sanpaolo che andavano a protestare con le buone venivano risarciti dell’intero importo investito nei diamanti di Diamond Private Investment (Dpi) venduti tramite la loro rete”.

“E’ ora arrivata l’ufficializzazione”, aggiunge l’Aduc, “lo scorso 14 novembre, l’agenzia Reuters ha infatti riferito di una circolare di Intesa Sanpaolo nella quale si evidenzia l’impegno irrevocabile al riacquisto dei diamanti, di qualsiasi qualità e dimensione, allo stesso prezzo pagato inizialmente dai clienti nel caso che un precedente tentativo di usufruire dei servizi di rivendita di Dpi sia rimasto inevaso”.

Tuttavia, aggiunge ancora l’associazione dei consumatori, “l’intermediario Dpi non trova più, per fortuna, persone a cui rivendere il diamante a prezzo gonfiato ceduto dal cliente”. Dunque, a detta dell’Aduc, “è ovvio che sia Intesa Sanpaolo a dover risarcire”. Meglio dunque andare subito allo sportello e chiedere di essere risarciti. “ Se di mossa reputazionale si tratta”, conclude l’articolo, “che sia fatta come si deve, senza praticare la solita bella abitudine di risarcire soltanto i clienti che protestano, contando sulla disinformazione di una bella fetta di essi. La mossa di Intesa Sanpaolo apre come ovvio un varco nelle vertenze riguardanti le altre banche che hanno piazzato alla clientela diamanti Dpi e Idb”.

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