Fintech può rivoluzionare settore finanziario europeo, ma servono risposte

Sistema finanziario europeo muta con lentezza

Integrare il sistema delle banche europee con mercati dei capitali più ampi e con una maggiore integrazione finanziaria transfrontaliera promette benefici, ma nonostante il dibattito di lunga data e
l’azione politica, il cambiamento del sistema finanziario rimane lento, secondo quanto osservano in un paper Maria Demertzis, Silvia Merler e Guntram Wolf, tre esperti di Bruegel (think-thank economico con sede a Bruxelles).

Fintech ha potenzialità per rivoluzionare settore

Secondo gli esperti il fintech “ha il possibilità di modificare sostanzialmente le strutture del mercato dell’intermediazione finanziaria” grazie allo sviluppo di nuovi modelli di business potenziati da algoritmi intelligenti, big data, cloud computing e intelligenza artificiale. Costi inferiori ed esperienze di consumo potenzialmente migliori potrebbero essere le forze trainanti di tale rivoluzione, tuttavia, empiricamente, il fintech “resta su piccola scala, specialmente nell’Unione europea”.

Quattro domande a cui la politica deve rispondere

Non che in giro per il mondo sia molto diverso al momento: “Anche il più grande mercato fintech, in Cina, è di dimensioni marginali rispetto al mercato totale dell’intermediazione finanziaria” notano gli esperti, secondo i quali i responsabili delle politiche devono considerare urgentemente quattro domande. Anzitutto, è il caso di sviluppare un mercato fintech europeo o nazionale? Poi quale quadro normativo occorre perseguire? Inoltre la supervisione sul fintech può essere esercitata a livello europeo? Infine, qual è la visione generale per il sistema finanziario della Ue?

Senza risposte in tempi rapidi sarà occasione persa

Ottenere le risposte a queste domande nelle prime fasi dello sviluppo del mercato fintech “sarebbe un’occasione per creare un sistema finanziario stabile ed efficiente in termini di costi”. Al contrario, ammoniscono gli esperti di Bruegel, “un’azione tardiva potrebbe significare che l’Europa perderà terreno nei confronti di concorrenti stranieri e non coglierà un’opportunità di migliorare il mercato dell’intermediazione finanziaria in Europa”.

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