Se il datore di lavoro non versa i contributi: il disastro FondInps

Contenuto tratta da www.bluerating.com

Domanda. Un potenziale cliente, iscritto al FondInps, a breve sarà licenziato. Quali possibilità ha a disposizione relativamente a questo fondo gestito dall’Istituto Nazionale della Previdenza sociale?

F.B., Roma

Risposta. Sono iscritti a FondInps i lavoratori dipendenti che nel periodo di tempo a disposizione non hanno espresso alcuna scelta riguardo la destinazione del Tfr maturando e che sono sprovvisti di una forma di previdenza complementare prevista dagli accordi o contratti collettivi, anche territoriali, di riferimento, cui altrimenti sarebbero destinati d’ufficio.

Le regole sono quelle dei fondi pensione. Poiché i partecipanti sono coloro i quali pur dovendo esprimersi sul Tfr non lo hanno fatto, se il cliente del lettore passa a un’azienda fino a 49 dipendenti perde il requisito di iscrizione e può riscattare la posizione sebbene con un’aliquota poco conveniente pari al 23%

Se non troverà immediatamente lavoro oppure passerà ad un’azienda sopra i 49 dipendenti potrà scegliere se far rimanere la posizione nel FondInps oppure trasferirla in un altro prodotto previdenziale. Fermo restando che entro sei mesi dovrà optare per la destinazione del Tfr maturando presso il nuovo datore di lavoro.

FondInps era stato istituito appunto dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale in virtù dell’articolo 9, comma 1, del Decreto Legislativo n. 252/2005 che ha fatto nascere le moderne forme di previdenza integrativa e amministrato, secondo il criterio della composizione paritetica, dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, da un comitato nominato in data 30 ottobre 2007 dal Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Una volta acquisito lo status di aderente, il lavoratore poteva decidere di attivare dei contributi volontari a proprio carico che si aggiungevano al Tfr maturando.

Stiamo parlando al passato perché la Legge di Bilancio 2018 appena approvata ha disposto, coi commi che vanno dal 173 al 176 dell’articolo 1, la soppressione di FondInps che sarà concretizzata da un Decreto congiunto dei Ministeri del Lavoro e del Tesoro nel quale sarà anche individuato, tra i fondi pensione negoziali di maggiori dimensioni sul piano patrimoniale, quello cui far affluire, assieme alle posizioni esistenti, le quote di Tfr che finora venivano trasferite al Fondinps. La decisione sarà presa ascoltando i sindacati. Ci auguriamo siano previste anche possibilità di scelta immediate per chi non fosse soddisfatto e volesse avvalersi di un fondo diverso. La soppressione del FondInps era stata chiesta dalla Covip, come indicato nell’ultima relazione annuale dove si legge:

Gli approfondimenti condotti hanno riscontrato i caratteri di asistematicità e fragilità dell’assetto organizzativo, unitamente alle difficoltà a mantenere condizioni di efficienza operativa, difficoltà ulteriormente amplificate dalla sostanziale assenza di prospettive di crescita del numero di adesioni tacite che possano confluire in tale forma.

(…) Ciò comporta che i costi affrontati per la copertura delle attività del fondo risultano di entità significativa in rapporto alle dimensioni patrimoniali esigue, che non appaiono suscettibili di un’adeguata evoluzione.

Inoltre sempre dalla relazione Covip emerge un dato che fa riflettere: dei 37.300 iscritti a FondInps a fine 2016, meno di 6.000 avevano effettuato versamenti nell’ultimo anno. Un dato davvero impressionante con una riduzione di quasi un quarto rispetto all’anno precedente e con una contrazione anche del flusso complessivo dei contributi di oltre il 16 per cento rispetto al 2015. Poiché al FondInps si versa il Tfr maturando, si tratta di omissioni di versamenti da parte dei datori di lavoro. Un tema estremamente serio che già abbiamo trattato nella nostra rubrica

http://www.bluerating.com/ banche-e-reti/48809/lazienda- non-versa-il-contributo-al- fondo-pensione-il-lavoratore- quasi-senza-difese .

Resta infine operativo il Fondo di Tesoreria, vale a dire il fondo che detiene il Tfr maturando dei dipendenti di imprese sopra i 49 dipendenti che hanno optato per il mantenimento del Tfr presso l’azienda senza devolverlo a forme di previdenza integrativa, e che per legge deve essere gestito dall’Inps.

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