Giappone, sono le small cap le vere vincitrici

A cura di Cédric Le Berre, Senior Analyst and Investment Specialist US and Japanese Equities di Union Bancaire Privée – UBP

In Giappone, il tema di fondo per tutto il 2017 è stato lo slancio degli utili a breve termine, considerato che l’anno scorso ha visto un mercato tipicamente “Goldilocks”, cioè caratterizzato da un mix di forte crescita, buoni utili aziendali, bassa volatilità e un andamento graduale verso l’alto nei rendimenti obbligazionari.

Tuttavia, in futuro è probabile che le cose vadano diversamente. Ciò è dovuto all’emergere di una combinazione di rialzi dei tassi di interesse negli Stati Uniti, di un’inflazione americana più forte del previsto e di un aumento dei prezzi delle materie prime e del WTI. Il tutto è accentuato anche dalla probabilità di un aumento del deficit giapponese dovuto a una politica fiscale espansionistica sotto forma di tagli alle tasse e di spese per le infrastrutture.

Sul fronte dell’attività della Bank of Japan, sebbene ci aspettiamo che mantenga la sua politica di tassi di interesse negativi sul tratto breve della curva, così da evitare un apprezzamento estremo dello yen, riteniamo probabile che l’istituto modifichi la sua politica di controllo della curva dei rendimenti aumentando il suo target sul tasso di interesse a 10 anni nella seconda metà del 2018.

L’economia del Giappone è in buona salute poiché il Paese beneficia della crescita dell’economia globale. A livello di amministrazione continua il governo stabile di Abe che ha messo in campo riforme economiche, che stanno interessando soprattutto la governance societaria, il mercato del lavoro e il settore del turismo. Il cambio yen/dollaro si è in qualche modo stabilizzato all’interno di un range che va da 105 a 115. La maggior parte dei gestori sta quindi aggiungendo titoli locali al proprio portafoglio così da beneficiare del forte slancio del Paese.

La crescita degli utili nel 2018 è attesa al 5% e lo slancio degli utili appare solido, con indicazioni verso l’alto per le stime dell’intero anno. Tutto ciò nonostante lo yen forte. Inoltre, si osservano valutazioni relativamente interessanti senza alcun segno di surriscaldamento. Ciò è ulteriormente confermato dalla recente correzione.

In questo contesto, una serie di fattori offre supporto alle small cap nipponiche:

· la ripresa della crescita dei consumi interni, grazie al ripristino della fiducia e alla crescita dei salari
· l’aumento della spesa per infrastrutture a Tokyo e gradualmente, a cascata, nelle altre grandi città
· la ripresa della spesa in conto capitale dopo vent’anni di deflazione e di calo della domanda
· il miglioramento della corporate governance in tutti i segmenti dell’azionario giapponese
· la spesa in ricerca e sviluppo dovrebbe favorire particolarmente le small cap
· una maggiore correlazione di queste società con gli schemi di consumo dei millenial
· la minor dipendenza di queste società dall’andamento dello yen

Inoltre, le small cap sono un’asset class in gran parte non coperta dagli analisti e ciò comporta maggiori opportunità per i fund manager attivi. Queste società sono state le principali beneficiarie dell’Abenomics e delle riforme in materia di corporate governance e sono anche supportate dalla crescita globale, dalla fine del ciclo deflattivo, dalla crescita positiva del PIL e dalla ripresa della fiducia fra i consumatori. Tutti questi elementi fanno sì che le small cap siano in grado di offrire valore nel lungo periodo.

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