Risparmio tradito: Unicredit rischia in Cina

Unicredit, dipendente sottrae 100 milioni di yuan

Un dipendente del gruppo Unicredit in Cina avrebbe sottratto negli ultimi tre anni almeno 100 milioni di yuan (circa 13,2 milioni di euro) dai depositi dei clienti, sfruttando password condivise e altre scappatoie di sicurezza interne, secondo fonti “a conoscenza della vicenda” citate dall’agenzia Bloomberg. La polizia cinese e la Commissione di regolamentazione bancaria e assicurativa cinese (Cbirc) sarebbero state informate del caso alla fine dello scorso anno.

Pechino potrebbe sanzionare istituto italiano

L’authority starebbe ora valutando di imporre all’istituto italiano una sanzione nei prossimi mesi. Mentre un portavoce di Unicredit ha già spiegato che l’istituto “si rammarica di questo incidente e si scusa con le persone colpite”, non è del resto la prima volta che un dipendente infedele procura qualche grattacapo a una banca, ai danni della sua clientela.

I precedenti di Banca Carige e Poste Italiane

Solo per restare agli episodi accaduti negli ultimi anni in Italia, nel 2010 un fino ad allora “dipendente modello” della filiale di Capo d’Orlando di Banca Carige riuscì a sottrarre poco meno di 7 milioni di euro ai clienti prima di prendere il largo. Nel 2011 la Procura di Foligno avviò un’indagine da cui emerse come una dipendente di Poste Italiane che aveva lavorato presso le filiali di Verchiano, Casenove e Pale negli anni precedenti fosse riuscita a sottrarre circa 700 mila euro ad anziani clienti.

Anche Ubi Banca fu colpita da dipendente infedele

Nel 2016 fu invece una dipendente del Banco di Brescia (gruppo Ubi Banca) della filiale di Tolmezzo (Udine) a venir scoperta dopo aver effettuare finti prelievi sui conti di almeno una cinquantina di ignari clienti per un totale di oltre 2,5 milioni di euro. Cifre che rischiano di impallidire se l’episodio che sembra riguardare Unicredit troverà conferma.

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