Tassi negativi sui depositi, quali rischi?
Qual’è il rischio di applicare alla clientela con giacenza “ben superiore” ai 100 mila euro dei tassi negativi, come Jean-Pierre Mustier, Ceo di Unicredit, ha preannunciato che la banca inizierà a fare dal prossimo anno? Lo spiega in un post del suo blog, Phastidio.it, Mario Seminerio, investment manager e noto commentatore economico, notando come di fatto la clientela che rischia di essere colpita siano le tesorerie aziendali.
Prodotti monetari sempre più opachi
La previsioni di Mustier di fornire come alternativa fondi di tesoreria rischia di portare ad una forte spinta a fondi di tipo monetario dove però, per ottenere rendimenti sia pure minimamente positivi in un mercato dove il 30% dei titoli i stato offre rendimenti più o meno pesantemente negativi, vi è il rischio siano collocati anche obbligazioni a basso rating o di emittenti emergenti, dunque con rischio elevato, anche solo in termini di liquidità.
Boccata d’ossigeno per le reti di vendita delle banche
Una mossa, aggiunge Seminerio, che forse nasconde l’intenzione di Mustier di rivitalizzare con grandi masse (su cui si percepiranno commissioni anche di pochi centesimi) le reti di vendita delle banche, “che soffrono sempre più per il ricorso a strumenti d’investimento passivi ed a basso costo, come gli Etf, con cui investitori accorti costruiscono portafogli”.
Nessun effetto su investimenti e crescita
Applicare tassi negativi potrà dunque forzare una riallocazione degli investimenti, ma rischia anche di distruggere ulteriormente il valore segnaletico e i prezzi degli attivi, spingendo ad un ennesimo aumento generalizzato del rischio non remunerato in modo adeguato. Non servirà invece ad incrementare tout court gli investimenti aziendali, con buona pace di chi ritiene che questa possa essere l’ennesima “pallottola d’argento” per far ripartire una crescita che da anni si mantiene prossima a zero.