Dollaro e Opec Plus pesano su prezzi petrolio (e benzina)

Dollaro debole, petrolio in recupero

Se veramente, come sostengono alcune banche d’affari, il dollaro tornerà a perdere forza nei confronti delle principali valute, che effetti si avranno sui prezzi della benzina in Italia? Nelle ultime settimane il permanere delle quotazioni del greggio su livelli modesti, anche se il Brent nell’ultimo mese è già risalito da 25,5 a 39 dollari al barile e il Wti da 18,3 a 36 dollari, ha consentito un calo dei prezzi della benzina alla pompa a meno di 1,43 euro al litro (si va da 1,420 a 1,447 a seconda della marca, ma per le “pompe bianche” è possibile anche trovare prezzi sotto 1,40 euro al litro).

Benzina, il calo dei prezzi durerà?

L’ulteriore indebolimento del dollaro, valuta in cui sono espressi i prezzi petroliferi, potrebbe dunque dare una mano a comprimere ulteriormente il prezzo della benzina alla pompa, compensando almeno in parte i rincari che gli annunci dati dall’Opec di voler nuovamente tagliare la produzione ed un primo aumento dei consumi con la ripartenza di varie nazioni dopo i lockdown da Covid-19 hanno già comportato.

Opec Plus, riunione in arrivo

Decisiva potrebbe rivelarsi la nuova riunione dell’Opec Plus, ufficialmente in calendario il 9 e 10 giugno prossimo ma che più indiscrezioni indicano che potrebbe essere anticipata al 4 giugno. Gli analisti non escludono che i tagli già annunciati (pari a 9,7 milioni di barili al giorno rispetto ai livelli di aprile) possano essere mantenuti ancora per un paio di mesi, così da dar modo di ridurre lo stock di petrolio accumulatosi nelle cisterne che nelle scorse settimane aveva portato i future per consegna maggio a segnare valori negativi.

Ora l’Arabia Saudita vuole limitare la produzione

Alcuni paesi come l’Arabia Saudita sembrerebbero però voler premere l’acceleratore sul recupero delle quotazioni, tanto che Riad, che solo pochi mesi fa aveva dato il via ad un braccio di ferro con la Russia annunciando aumenti di produzione e taglio dei prezzi praticati su alcuni mercati (in particolare l’Asia) si è già detta disponibile a mantenere gli attuali livelli produttivi invariati fino a fine anno.

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