In Italia il restringimento del credito è già partito

Restringimento creditizio già in atto

Il restringimento del credito è già in corso da mesi in Italia, ben prima della fine del quantitative easing (QE) della Banca centrale europea, confermato per fine anno ma che sarà seguito da un prolungato periodo di tempo in cui la Bce continuerà a reinvestire i proventi dei bond in scadenza in nuovi titoli.

Banche tagliano finanziamenti a breve e lungo periodo

Secondo l’ultimo rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, infatti, negli ultimi 12 mesi, da ottobre 2017 a ottobre 2018, i prestiti alle imprese italiane sono calati di 40 miliardi di euro (-4,89% su base annua). A calare sono stati in particolare i finanziamenti a breve termine (-22 miliardi) e quelli a lungo termine (-20 miliardi), mentre sono in lieve aumento (+3 miliardi) quelli a medio termine.

Credito al consumo e mutui sostengono le famiglie

In frazionale aumento (+1,5 miliardi), invece, i prestiti alle famiglie, grazie in particolare al credito al consumo (+7,1 miliardi) e ai mutui (+4,9 miliardi), che hanno compensato il deciso calo registrato dai prestiti personali (-10,5 miliardi). Nel complesso, spiega Unimpresa, lo stock di prestiti al settore privato è calato di oltre 38 miliardi, passando da 1.360 miliardi a 1.322 miliardi.

Sofferenze in calo, incognità è 2019

Dal rapporto emerge anche come nei 12 mesi in esame le rate non pagate (sofferenze) sono calate di oltre 53 miliardi (-30,62%), passando da 173 miliardi a 120 miliardi complessivi. Secondo il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci il rischio adesso è che da gennaio, una volta esaurito il quantitative easing e in parallelo alle misure fiscali contro le banche al momento previste dalla legge di bilancio si possa registrare una ulteriore restrizione dei finanziamenti. Restrizione che a sua volta contribuirebbe ad accentuare la frenata già in corso della crescita economica italiana.

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