La chiave del successo è nel team

L’evoluzione del mercato private, lo stile personale di leadership e le passioni. Carlo Gentili, amministratore delegato di Nextam Partners (società di gestione con asset under management per 1,2 miliardi di euro) si racconta a PRIVATE.

Quali sono i vostri programmi per il 2016?

Comincerei con il direi che il 2015 si è chiuso con una crescita di circa il 10% per il gestito e del 20% per gli asset under advisory. Le nostre tre sedi di Milano, Firenze e Londra continuano a raccogliere. Va molto bene la sede londinese, dove siamo impegnati a fornire un servizio alla clientela internazionale che ha spostato in questi anni le proprie attività in Inghilterra e che desidera avere accesso rapidamente alle migliori opportunità di investimento. Per il futuro, ci piacerebbe guardarci in giro per qualche acquisizione ed eventualmente considerare l’Ipo. Da tempo parliamo con nuovi potenziali azionisti che vorrebbero entrare nel capitale . Sono aspetti strategici che richiedono tempo circa le modalità e le tempistiche più opportune con cui portarle avanti.

Come vede l’evoluzione del mercato private in italia dal lato dell’offerta?
Vedo un diffuso interesse per l’advisory, che portiamo avanti da sempre e quindi non abbiamo né l’intenzione né la necessità di fare qualcosa di diverso. L’advisory funziona decisamente bene, ci viene richiesto e porta raccolta.

Quali i modelli di servizio che stanno emergendo?
Il family office su tutti. Abbiamo creato la prima struttura di questo tipo promossa da gestori: questo ha permesso un’offerta di consulenza assolutamente molto concreta. Sempre più gestiamo e amministriamo i patrimoni di grandi famiglie con bisogni complessi. Oltre al servizio di consulenza, interveniamo in prima persona presso gli istituti presso cui vi sono i depositi dei clienti, sia intervenendo in quelli che sono i costi sia nelle scelte di gestione. Un approccio pragmatico, tipico di chi ha una esperienza nella gestione e pertanto è in grado di interloquire alla pari con i diversi gestori presso cui sono i clienti del family office.

Cambiando tema, che impatto avrà, a suo avviso, la Mifid2?

Vi sarà una maggiore trasparenza sul mercato. Per noi l’impatto sarà ridotto, dato che dalla fondazione non abbiamo mai chiesto, né pagato retrocessioni, con un approccio da sempre fee only. Il nostro modello di business all’epoca era un miraggio, assolutamente controcorrente, venivamo definiti eccentrici e puntigliosi per questo approccio diverso rispetto al mercato.

Ritiene che si andrà verso una stagione di m&a come alcuni dicono?
Sì penso che si vada verso una stagione di consolidamento, o per lo meno essendo sul lato “buy side” me lo auguro! Ci sono troppi operatori piccoli che a breve saranno costretti a fondersi o a uscire dal mercato. I costi di struttura sono in continuo aumento in termini di strutture IT, di regolamentazione, risk management. Oggi occorre un minimo di masse per avere la massa critica per continuare a operare sul mercato.

Passando alle domande personali, che stile di ledership segue?
Insieme ai miei soci, Alessandro Michahelles e Nicola Ricolfi, siamo insieme da 25 anni, prima in Euromobiliare e dal 2001 in Nextam Partners. Da sempre abbiamo voluto un ambiente di lavoro molto meritocratico: i gestori principali e alcuni membri del team sono con noi da sempre. Cerchiamo di trasmettere loro i principi della gestione a cui noi ci ispiriamo; analisi fondamentale innanzi tutto, consistenza nell’analisi dei numeri e il rigetto della tentazione di seguire indicatori che non siano quelli fondamentali e di lungo periodo. Puntiamo sulla flessibilità, con un continuo monitoraggio del mercato, che è in grado di presentare da subito una serie di gestori e di alternative di investimento che possono essere di interesse per questo tipo di investitori anche sofisticati.

Come si definisce da un punto di vista caratteriale?
Chiedo molto ai miei collaboratori ma ne riconosco i meriti e i successi. Sono accentratore ma perché voglio vedere subito i risultati, oggi che siamo cresciuti così tanto lo sono sicuramente meno. Altro punto, da sempre raccolgo le sfide e sono pronto ad andare controcorrente quando credo in qualcosa.

Quali sono le sue passioni extra-lavoro?
In primis mio figlio Pietro che oggi ha 10 anni e con il quale cerco di passare tutto il tempo possibile. La seconda grande passione è la caccia, con i miei due cani setter e l’arte contemporanea. Sin dalla fondazione di Nextam abbiamo creato lo Spazio Bigli per ospitare mostre specie fotografiche con artisti come Nino Migliori, Candida Hofer, Julian Schnabel e Massimo Vitali… Una passione che non è passata inosservata …

Luigi dell’Olio

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