Sempre più donne tra i paperoni

Anche i miliardari non sono più quelli di una volta. Non solo la ricchezza è diventata “globale” e non più appannaggio dell’Occidente come in passato, ma nel corso degli ultimi vent’anni tra i ricchi della Terra si sono fatti strada in modo prepotente i giovani e le donne, la cui crescita ha superato quella dei paperoni maschi. Tutte dinamiche che hanno cambiato i connotati della popolazione dei miliardari, come evidenzia il nuovo report diffuso da Ubs e PwC, intitolato appunto “The changing faces of billionaires”. Si tratta di uno studio approfondito, che guarda agli ultimi 20 anni sulla base di interviste a 1.300 persone in 14 mercati che contribuiscono per il 75% alla ricchezza miliardaria mondiale. Il risultato è una fotografia dettagliata della popolazione dei super ricchi del pianeta.

Il “fattore Atena”: donne alla ribalta

Uno dei dati più significativi emersi dall’osservazione di Ubs e PwC è costituito da quello che è stato ribattezzato il “fattore Atena” (la dea greca della saggezza): nell’arco di un ventennio il numero di donne miliardarie è cresciuto (e sta crescendo ancora oggi) al passo con il sempre maggiore peso femminile nel mondo del business e della filantropia. Si parla di un incremento di 6,6 volte tra il 1995 e il 2014, contro l’aumento di 5,2 volte registrato nello stesso periodo dai miliardari uomini. Certo i numeri sono ancora molto diversi: le donne miliardarie sono passate dalle 22 di vent’anni fa alle attuali 145, mentre gli uomini sono 1.202. Quanto alla dislocazione geografica, le super ricche della Terra arrivano per la maggior parte da Usa ed Europa (oltre l’80%), ma vale la pena notare che ben il 50% delle miliardarie asiatiche è composto da imprenditrici che si sono fatte da sé (soprattutto nei settori immobiliare, industriale e sanitario), contro solo il 19% degli Usa e il 7% dell’Europa.

Dalle stelle alle stalle, il passo è breve
Un altro aspetto che balza all’occhio è la grande volatilità di queste enormi ricchezze: di tutte le persone che comparivano nel club dei miliardari nel 1995, solo il 44% – residente soprattutto negli Usa – può ancora vantare questo status due decenni più tardi. I motivi sono vari: alcuni sono morti, altri hanno avuto difficoltà negli affari, altri ancora hanno semplicemente diluito la loro ricchezza suddividendola tra i discendenti. Fatto sta che dei 289 miliardari su cui si era basata l’analisi del 1995, solo 126 conservano lo status nello studio del 2014 (che ha censito in tutto 1.347 miliardari). Ma guardiamo più da vicino questi 126 paperoni “d’annata”: lo studio rileva che hanno moltiplicato in modo sorprendente le loro fortune nel corso degli ultimi 20 anni: da soli hanno prodotto infatti mille miliardi di dollari, pari al 21% circa della ricchezza complessiva prodotta nel periodo dall’intera popolazione dei miliardari. Si tratta di una crescita superiore a quella del Pil e dei mercati azionari globali, che ha portato la ricchezza media pro-capite dei miliardari della Terra a circa 11 miliardi di dollari ciascuno nel 2014, contro i 2,9 miliardi del 1995. Qual è il loro segreto? E perché conservare il patrimonio nel tempo è così difficile? Il report individua tre momenti cruciali, in grado di mettere a dura prova la conservazione della ricchezza: le crisi economiche, le sfide imposte da normative e tassazione e il passaggio generazionale.

Patrimoni che sopravvivono all’alternarsi delle generazioni
L’inasprimento della regolamentazione e l’aumento delle tasse registrati nel corso dell’ultimo ventennio non si sono ancora riflessi del tutto sulle attività dei miliardari, ma, secondo lo studio Ubs/Pwc, il loro impatto sarà significativo. Questo, insieme al rallentamento della crescita in alcuni mercati emergenti, renderà l’ambiente via via più difficile per chi ha un patrimonio da difendere. Come si comporteranno i miliardari di oggi per evitare di finire come i loro predecessori? In base alle interviste condotte da Ubs e Pwc, le famiglie ricche dell’Asia troveranno risposte nei nascenti family office, mentre in Europa e negli Usa il conccetto stesso di family office, già in voga da tempo, evolverà ulteriormente, focalizzandosi sempre di più proprio sul passaggio generazionale e sul mantenimento dei grandi patrimoni. Una cosa comunque è certa: tra 10 o 20 anni la popolazione dei miliardari del mondo sarà ancora una volta completamente nuova rispetto a quella analizzata oggi.

Sara Mortarini

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