Buon senso allo sportello

“Non crediamo alle formule magiche, crediamo alla competenze e al buon senso”. Stefano Rogna, direttore generale di Banca del Sempione Sa, ripete più volte il concetto nel corso della conversazione. Una sottolineatura che sta a indicare il tratto caratteristico del gruppo di Lugano – composto dalla banca omonima, da Sempione Sim, Accademia Sgr e Banca del Sempione (Overseas) – che gestisce 3,5 miliardi di franchi svizzeri e conta 144 collaboratori, di cui una trentina di private banker.

Iniziamo da uno sguardo di scenario. I mercati finanziari vengono da una fase prolungata di turbolenza. A questo va aggiunta l’evoluzione normativa che ha messo nel mirino i paradisi fiscali. In più c’è da fare i conti con il super-franco. Come vi districate?
Continuando a operare come abbiamo sempre fatto in questi 56 anni di vita del gruppo (la Banca del Sempione è stata fondata per iniziativa di alcune famiglie imprenditoriali italiane nel 1960). Ed è proprio partendo dall’esperienza dei fondatori che ci proponiamo di allargare la nostra sfera di competenze a beneficio dell’imprenditore, accompagnandolo nelle scelte per la propria azienda, per poi arrivare a farci privilegiare in quello che è il nostro core business, la gestione dei patrimoni. In questo senso pur avendo la nostra base operativa in Ticino, il nostro approccio è quello tipico delle private bank ginevrine, che fanno della discrezione, dell’offerta di servizi esclusivi e della cura del cliente i loro punti di forza.

È cambiato negli ultimi mesi l’atteggiamento dei risparmiatori italiani verso le banche elvetiche?
La nostra banca ha beneficiato del clima di incertezza venutosi a creare in Italia a seguito delle note vicende che hanno colpito alcune banche italiane. E’ abbastanza normale che il cliente tenda in questo caso a diversificare territorialmente una parte del proprio patrimonio. In Italia siamo autorizzati ad agire in libera prestazione di servizi, un ambito che ci offre spazi importanti per crescere. Per questo dobbiamo essere all’altezza della situazione in termini di reportistica e per adempiere correttamente agli obblighi della clientela residente in Italia.

Qual è il vostro target di riferimento?
Guardiamo a quella clientela che ricerca un rapporto molto personalizzato. Per quanto riguardo la clientela italiana operiamo nel pieno rispetto dell’autorizzazione ricevuta e più in generale rispondendo a specifiche richieste del cliente. Negli ultimi tempi abbiamo ampliato sensibilmente il novero di prodotti e servizi. Da questo punto di vista un ruolo importante lo può giocare la nostra Sicav lussemburghese Base Investments, autorizzata in Svizzera e in Italia, di cui siamo promotori.

Detto dell’approccio al business, qual è in questo momento la vostra view sui mercati finanziari?
Dopo le forti turbolenze di inizio anno, la volatilità si è attenuata, ma potrebbe presto tornare a fare capolino a fronte dei numerosi fattori di incertezza presenti. In linea generale, con i tassi destinati a restare bassi ancora per molto tempo, vediamo maggiori opportunità di rivalutazione per l’azionario, soprattutto quello europeo, mentre sugli emergenti siamo molto selettivi. A livello di settori, ci piacciono molti titoli del pharma e anche alcuni finanziari, dato che la correzione ha riportato le quotazioni sotto le medie storiche.

A proposito di fusioni e acquisizioni, molti osservatori segnalano che presto partirà il rimescolamento tra le banche del Ticino, alla luce delle ragioni di cui abbiamo già parlato all’inizio. Che ruolo giocherete?
La crescita per linee interne resta prioritaria per noi, ma non escludiamo acquisizioni. Probabilmente ci orienteremo più sulla ricerca di banker con competenze specifiche e che sentono l’esigenza di vivere un’avventura più imprenditoriale, densa sicuramente di responsabilità ma di maggior soddisfazione personale.

Qual è il legame tra la banca e il territorio?

Il Ticino è il nostro bacino di riferimento. Siamo impegnati a sostenere lo sviluppo della banca, ma anche quello delle realtà che nel nostro cantone lavorano e prosperano. Parliamo anche delle associazioni spesso amatoriali che operano attraverso mille difficoltà, ma cercano di rendere la nostra vita e quella dei nostri figli migliore. A loro guardiamo con simpatia garantendo spesso sostegni per le loro iniziative sportive e culturali.

Concludiamo con qualche nota su di lei…

Ho 55 anni e sono nato a Sondrio, ma vivendo qui da più di 20 anni ho sia il passaporto italiano, che quello svizzero. Lavoro in Banca del Sempione dal 2005 e qui con il tempo mi hanno raggiunto un po’ di colleghi valtellinesi.. Le mie passioni, oltre ai due figli e naturalmente alla moglie, sono il tennis e il basket, e le lunghe passeggiate con il mio labrador.

Quali i punti comuni del tennis con il suo lavoro?
Il tennis è uno sport che richiede continua attenzione e capacità di gestire lo stress, tuttavia è una disciplina prettamente individuale, mentre il mio lavoro funziona se condotto in armonia con tutto il team.

Luigi dell’Olio

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