Rotta sul mattone

Torna a crescere l’interesse per gli investimenti in immobili e beni reali, soprattutto da parte dei detentori di grandi portafogli. È quanto emerge dal sondaggio “Building for the future: How alternative investment managers are rising to the demographic challenge”, realizzato da BNY Mellon (gruppo con 1.600 miliardi di dollari in gestione) in collaborazione con Preqin (società di analisi dati ). L’indagine, condotta su un campione di 340 gestori a livello globale, mostra come il 60% dei fondi specializzati in infrastrutture, il 44% dei fondi immobiliari e il 39% dei private equity preveda una crescita degli asset under management pari almeno al 50% nel corso dei prossimi cinque anni.

La spinta demografica
I fattori demografici e macroeconomici in atto in tutto il mondo, spiegano gli autori del report, stanno determinando un aumento senza precedenti dell’appetito degli investitori per il real estate e per le infrastrutture. Tra gli asset più richiesti vi sono gli immobili residenziali, ma anche ospedali, reti stradali e telefoniche. La domanda supera di gran lunga quanto permettano le finanze pubbliche, e questo crea enormi opportunità perché i capitali privati giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo di questi settoro. “Stando al report, oggi sono gli investitori istituzionali a dimostrare il maggior interesse verso questo settore”, – commenta Marco Palacino, managing director per l’Italia di Bny Mellon Investment Management. Un terzo dei gestori real estate e il 41% degli infrastrutturali rileva un aumento della domanda soprattutto da parte di fondi pensione pubblici e privati. Il 26% dei gestori di private equity, invece, riceve le richieste maggiori da parte dei family office.

Mercato più competitivo
La diversificazione delle tipologie di investitori potrebbe rappresentare una delle sfide più grandi per il settore, chiamato a interpretare nuovi bisogni. “Sempre più investitori si rivolgono agli asset reali per cercare rendimenti attraenti, diversificare i portafogli e navigare in mercati volatili”, conclude Palacino. “Il mercato è diventato sempre più competitivo nell’individuazione dei deal più interessanti, rendendo più difficile per i gestori impiegare con successo il capitale raccolto”.

Luigi dell’Olio

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