Equitalia, addio col trucco

Il decreto legge di accompagnamento alla manovra di bilancio per il 2017 ha soppresso Equitalia. L’enfasi con cui è stata data la notizia ha indotto (ed induce) a ritenere che ci si trovi di fronte ad un cambiamento epocale nel rapporto fisco-contribuente. Analizzando con maggior attenzione la previsione normativa, tuttavia, si giunge a diverse considerazioni.

Cambiamento di facciata
Equitalia (anche se si dovrebbe parlare del gruppo Equitalia) è a totale controllo pubblico, essendone proprietari l’Agenzia delle entrate e l’Inps. Il decreto, disponendo la soppressione della società più invisa ai contribuenti italiani, l’ha sostituita con un nuovo ente pubblico denominato “Agenzia delle entrate – riscossione”, sottoposto all’indirizzo ed alla vigilanza del Ministero dell’Economia, che subentra ex lege in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, facenti capo ad Equitalia, compresi quelli di natura processuale.
E dunque, la funzione di riscossione dei tributi è passata automaticamente al nuovo ente, fermi rimanendo tutti i poteri e le attribuzioni che la legge riserva al soggetto delegato alla riscossione dei tributi, con la precisazione che rimane ferma la debenza del compenso di riscossione (ovvero, l’aggio). Inoltre, è disposto che il personale in carico ad Equitalia è trasferito, senza soluzione di continuità, al nuovo ente della riscossione. In questo tourbillon l’Inps esce di scena, in quanto la norma prevede che le sue azioni devono essere cedute all’Agenzia delle entrate.
A definitivo suggello dell’operazione viene precisato che l’Agenzia delle entrate potrà utilizzare le banche dati e le informazioni in suo possesso anche ai fini della riscossione; superfluo rammentare che l’Agenzia, dei contribuenti-debitori, conosce rapporti bancari, proprietà immobiliari, possesso di quote societarie, crediti derivanti da canoni di locazione, eccetera e che quindi avrà ampie possibilità per procedere forzosamente nei confronti del debitore.

Mini-condono
Ad accompagnare la modifica del sistema della riscossione c’è un mini-condono, che riguarda le sanzioni amministrative e gli interessi di mora sulle cartelle di pagamento e che, avuto riguardo al contesto, appare l’unica vera novità positiva per il contribuente.
Tomasi di Lampedusa, ne “Il gattopardo”, scrisse “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Sembra che tale paradossale affermazione abbia guidato la mano dell’estensore della novella legislativa.

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