Osservatorio Liuc-Banca Generali: cresce la ricchezza delle famiglie

La ricchezza private delle famiglie italiane cresce dell’8% nel 2016 con una maggiore tendenza alla concentrazione che mette in evidenza la opportunità nel private banking in Italia. Sono le analisi tracciate durante il convegno dal titolo “Private Banking e nuove frontiere di investimento” organizzato ieri a Milano dall’Osservatorio Private Banking dell’Università Liuc di Castellanza dalla professoressa Anna Gervasoni, che ha anche parlato delle nuove possibilità per gli imprenditori offerte dai Pir e dalle nuove soluzioni di advisory. Tra i dati emersi dall’Osservatorio, anche la crescita del peso del private equity come strumento in favore delle pmi italiane come dimostrano gli 8 miliardi immessi nel 2016 in questo mercato, in crescita dai circa 5 dell’anno precedente. Una fonte di finanziamento che non è alternativa a quella tradizionale di natura bancaria, ma che ne è altresì complementare e che sta ricoprendo un ruolo sempre più centrale nel favorire la ripresa del tessuto economico e imprenditoriale italiano. Al suo fianco Banca Generali, partner dell’osservatorio, con il vice direttore generale Andrea Ragaini che ha illustrato le opportunità, non solo fiscali, offerte dai Pir in un quadro di portafoglio che deve sempre tener conto della necessaria diversificazione, anticipando le soluzioni an agenda per il prossimo autunno. Sul tavolo infatti, la società guidata da Mossa sta studiando un nuovo approccio ai pir con opportuni sistemi di protezione dell’investimento in una piattaforma dedicata. Tra gli imprenditori presenti nel pubblico attenzione alle dinamiche fiscali poi nel passaggio generazionale e alle tematiche di corporate finance per le due diligence d’impresa, spiegate da Ragaini, che rappresentano le nuove esigenze nella protezione patrimoniale. Sullo sfondo uno scenario di mercato dove gli investimenti si muovono in un trend di ripresa, come hanno sottolineato gli esperti di Morgan Stanley ed M&G, nell’ordine del 2,2% per gli Usa e del 3,6% a livello globale con anche l’Europa che si avvicina al passo degli Stati Uniti (stima +1,9% pil 2017) e dove la selezione delle asset- class richiede un approccio professionale. L’Europa resta la preferita nell’azionario e nel credito gli strumenti a tasso variabile, con un euro visto in apprezzamento sulla moneta americana.

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